IL PUNTO n. 874 del
8 agosto 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi usate sempre la mail: marco.zacchera@libero.it mentre per leggere i numeri arretrati
de IL PUNTO e altre news le trovate sul mio sito : www.marcozacchera.it
ATTENZIONE: Dalla
scorsa settimana uso un nuovo sistema per spedire IL PUNTO.
Diversi
lettori che nei mesi scorsi risultavano cancellati e se ne lamentavano con me,
dovrebbero ora nuovamente ricevere le news. Se ciò avviene, grazie per un cenno
di avvenuto ripristino.
Con
l’occasione ricordo che sono molto graditi nuovi indirizzi cui spedire IL PUNTO
(e grazie quindi a chi ha la cortesia di inviarmeli) mentre se ci si vuole
cancellare basta cliccare sul punto indicato in calce alla mail.
Fino a
settembre IL PUNTO non uscirà regolarmente ogni settimana, ma sarà condizionato
dall’ attualità, d’altronde anche la politica quest’anno non va in
vacanza.
Ricordo che
comunque IL PUNTO della settimana è visibile sul mio sito www.marcozacchera.it .
Grazie
dell’amicizia e(soprattutto) della pazienza!
A.A.A. ALLEANZE CERCASI ? CITOFONARE ENRICO
Certamente
l’attuale sistema elettorale impone di costruire alleanze per vincere nei
collegi uninominali, ma servirebbe sempre anche un minimo di coerenza politica
tra alleati, altrimenti - prima ancora di cominciare - sarebbe garantita
l’ingovernabilità del Paese. L’aver messo insieme dall’estrema sinistra a
Calenda poteva essere considerata una genialata politica di Enrico Letta, ma
credo che alla fine sarebbe stato comunque un boomerang per il PD.
Calenda si
è dimostrato coerente a rinunciare all’accordo (per lui molto conveniente in
termini di seggi) e a questo punto è più logico arrivi a un’intesa con
Renzi.
Vedremo
alla fine, ho dubbi comunque sulla tenuta della “base” democratica: come
possono gli elettori PD trangugiare tutti e tutto, usati e mai ascoltati?
Il
risultato finale dipenderà molto dal centro-destra, vedremo se sarà in grado di
dimostrarsi unito e coerente, senza correre a rubarsi voti a vicenda ma
piuttosto puntando a raccogliere consensi soprattutto tra quell’elettorato che
spera nella governabilità ed ha dei punti fermi, valoriali e di coerenza. Voti
che potrebbero essere intercettati anche da un accordo Calenda – Renzi che non
prenderà seggi uninominali, ma sul proporzionale diventare una alternativa ai
due poli.
COERENTI...O MENO
Nell’abbuffata
delle alleanze chi è il recordman del trasformismo politico? Di questi tempi
sono in tanti a concorrere, ma oltre che a Bruno Tabacci (ineguagliato top
record, ne parliamo la prossima volta) un posto d’onore spetta a Benedetto della Vedova.
Della
Vedova parte nel 1994 quando è segretario nazionale del Club Marco Pallella – Riformatori,
diventando dirigente dal 1997 al ’99 della Lista Pannella.
Intanto, il
26 ottobre 1997, viene eletto nel “Parlamento del Nord” (elezioni indette dalla
Lega Nord: erano
i tempi nudi e puri di Umberto
Bossi) per la lista “Lista
Pannella antiproibizionista e referendaria”. Un parlamento
velleitario, a metà tra il serio e soprattutto il faceto: meglio farsi eleggere
quindi (1999) al Parlamento Europeo con la Lista Emma Bonino e restarci fino al
2004. Rimasto senza seggio, nel 2005 Berlusconi lo nomina al CNEL. A seguito di
scelte giudicate troppo “a sinistra” dei Radicali,
Della Vedova resta nel “Partito
Radicale Transnazionale”, ma con Tadarash e Calderisi fonda il
movimento dei “Riformatori
Liberali” che aderiscono alla “Casa delle Libertà”.
All’elezione
successiva (2006) viene quindi eletto deputato con Forza Italia.
Successivamente
aderisce al “Popolo delle
Libertà”, unificazione politica tra Forza Italia ed Alleanza Nazionale.
Nasce in quegli anni una sua spiccata simpatia con Gianfranco Fini e nel 2009,
quando i due big del centro-desta cominciano a litigare, Della Vedova lascia il
PDL e aderisce a “Generazione
Italia”. Quando Fini abbandona Il Cavaliere e cerca di
abbatterne il governo, Della Vedova lo segue diventando capogruppo alla Camera
di “Futuro e Libertà”
.
Nel 2013 si
candida quindi al Senato nella nuova formazione in coalizione “Con Monti per l’Italia”.
Dimostra di aver fiuto politico (e un pizzico di fortuna) perché alla Camera
Futuro e Libertà si ferma ad un passo dal quorum e resta senza seggi, mentre ci
riesce al Senato e Della Vedova entra quindi a Palazzo Madama.
Quando,
l’anno dopo, F&L si scioglie ufficialmente, il buon Benedetto
trasloca nella neonata “Scelta
Civica” di cui diventa portavoce politico.
A seguito
di una scissione nel gruppo (che in parte aderisce al PD) Della Vedova passa
poi al Gruppo Misto.
Intanto, il
28 febbraio 2014, era stato nominato Sottosegretario agli Esteri con il governo
di Matteo Renzi.
Noto
difensore dei diritti omosessuali e LGBT l’11 febbraio 2017 lancia il nuovo
movimento “Forza Europa”
che il 23 novembre 2017 si trasforma in “+Europa”,
attuale sua casa politica fino all’annuncio di questi giorni dell’alleanza
organica con il Partito
Democratico, che pare resisterà con o senza Calenda.
Se ho
dimenticato qualche pezzo (o ulteriore trasferimento) il lettore mi scuserà…
UN GRAZIE A SILERI
“Tornerò a
fare il chirurgo, che è la mia passione e il mio lavoro”. Pare non si
ricandiderà il sottosegretario alla salute dr. Pierpaolo Sileri, già
vice-ministro M5S ai tempi del Covid poi “degradato” a sottosegretario con
Draghi.
In un mondo
politico pieno di persone senza spessore e alla caccia di posti, durante
l’epidemia Sileri ha dimostrato di essere una persona seria, documentata,
precisa, mai sopra le righe, uno che è stato intervistato mille volte, ma che
non ha partecipato allo show mediatico di chi la urlava più grossa.
Evidentemente
era un bravo medico prestato alla politica e che ora - forse un po’ disgustato
- ringrazia, prende il cappello, saluta e se ne va.
All’opposto
di Della Vedova o Tabacci per me Sileri è stato un esempio di serietà e anche
lo stile della sua uscita di scena me ne conferma il valore. Anche per questa
sua sobrietà l’ho apprezzato e - da cittadino – veramente lo ringrazio.
RIFLESSIONE : PROFITTI ED EQUITA’
Se tutto va
bene l’Italia dovrebbe complessivamente ottenere circa 200 MILIARDI di Euro
dall’Europa per la crisi post Covid (in gran parte da restituire) e se la cifra
ci sembra enorme pensate che nel solo secondo trimestre di quest’anno
Exxos, Chevron e Shell grazie alla speculazione sui prezzi petroliferi
hanno realizzati profitti record per 46 MILIARDI: vuol dire che in un solo anno
i loro utili saranno superiori a tutto il nuovo debito italiano.
Nel suo
“piccolo” la sola ENI in 6 mesi ha prodotto un utile netto di 7,4 MILIARDI
ovvero pari a quasi la metà del “Decreto Aiuti bis” del morente governo Draghi
che punta ad aiutare famiglie ed imprese da inflazione e carovita.
Una
inflazione generata in gran parte proprio dall’aumento del costo di gas e
carburanti che hanno permesso gli extra-profitti delle aziende energetiche.
Ma ai
lettori non sembrerebbe più corretto calmierare i prezzi petroliferi o almeno
tassare in modo straordinario questi profitti che nascono solo e soltanto dalla
speculazione, potendo aumentare liberamente e senza effettivo controllo le
bollette per milioni di cittadini?
Ma il
governo Draghi (come l’UE) su questo non ha mai preso una chiara posizione.
Che senso ha offrire piccoli bonus di qualche decina di euro ai cittadini
meno abbienti - a spese dello stato - se alcune aziende da sole possono
continuare ad accumulare profitti così giganteschi, quasi al di là quasi della
comprensione “fisica” dei numeri?
Eppure a
livello europeo da mesi su questo non si combina nulla (e proprio il “nostro”
Gentiloni è il Commissario europeo all’economia!!), nessuno infatti sembra
avere la forza e il coraggio di bloccare o almeno controllare i prezzi
petroliferi dando libero spazio alle speculazioni.
La BCE deve
intervenire aumentando i tassi di interesse per cercare di frenare
l’inflazione, ma anche rallentando così l’economia perché i prestiti diventano
più cari per le aziende produttive. Inoltre lo stato (e soprattutto l’Italia)
va a rimetterci somme folli per i maggior interessi da pagare sul debito
pubblico, legandosi sempre di più al capestro del controllo del “cravattaro”
europeo.
Assistiamo
ancora una volta ad una nuova sudditanza totale di Bruxelles verso le
multinazionali come era già avvenuto per gli acquisti dei vaccini COVID, ma
senza (quasi) suscitare scandalo.
Se non
bastasse questa assoluta follia, pensate che grazie all’aumento di gas e
petrolio (che peraltro sul mercato internazionale ora è ritornato quasi alle
basi di partenza, ma la benzina costa più cara lo stesso) chi fa grandi affari
è proprio la Russia e così Putin può finanziarsi la guerra in Ucraina
addirittura a “nostre” spese: follia su follia, eppure non ne parla nessuno.
E’ una
situazione incredibile, ingiusta, inumana (come inascoltato continua a ripetere
papa Francesco, che è ricordato solo quando fa comodo dal mondo “progressista”),
che dovrebbe generare reazioni politiche scandalizzate e soprattutto portare a
decidere qualcosa: nulla.
Mentre si
sprecano convegni, commenti e tanta demagogia sull’importanza del “green”
(altra speculazione) si parla così poco di queste autentiche follie finanziarie
tanto che viene da pensare come sia la stessa informazione ad essere manipolata
e controllata dalle stesse “grandi sorelle” che controllano il mercato
dell’energia ai danni di tutti gli abitanti del pianeta. Già, ma chi se non
costoro governano effettivamente il pianeta?
Chissà se
il prossimo governo avrà finalmente un minimo di coraggio in questo senso e se
- per cominciare - questo aspetto sarà ricordato nei famosi “programmi” delle
coalizioni, siano di destra, di centro o di sinistra.
CI
RISENTIAMO DOPO FERRAGOSTO,
UN SALUTO
A TUTTI, BUONE VACANZE E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.
Sono stato educato in una famiglia profondamente cattolica, ma molto aperta al mondo e quindi già da bambino ho sentito sempre forte il senso della responsabilità.
Da ragazzo sono stato per molti anni uno scout e per stile di vita ho sempre percepito così una attenzione particolare alla natura, all’impegno sociale, al mio prossimo.
Mi sono laureato alla Bocconi in economia aziendale, ma ho lavorato già da giovanissimo negli alberghi di famiglia e poi svolto attività diversissime tra loro ma appassionanti anche perché non mi piace mai stare con le mani in mano.
Dal giornalista al pescatore professionista, dall’assicuratore a gestire alberghi ed aziende visto che sono poi diventato dottore commercialista e revisore contabile.
Amo gli sport (sono stato per tanti anni arbitro di calcio e ancora adesso appena posso vado a pescare sul mio lago o in giro per il mondo) ho compiuto centinaia di immersioni subacquee e poi paracadutismo, parapendio, rafting e rally automobilistici fino al settembre del 2005 quando mi sono rotto la schiena andando fuori strada durante un rally in Valdossola.
C'è da poi la politica, la mia grande passione. Ho cominciato da ragazzino nella "Giovane Italia" e nel "Fronte della Gioventù" e poi nel MSI-DN, in Alleanza Nazionale e infine nel PDL, almeno finchè è esistito. Oggi sono uno dei tanti elettori di destra amareggiati e delusi, che sperano che si torni ad organizzare qualcosa di nuovo e di rinnovato in un centro-destra che è diventato diviso e rissoso, ombra di sé stesso.
Ricordo sempre con orgoglio che nella mia vita mi sono candidato 20 volte nelle più diverse elezioni e che sono stato eletto venti volte su venti: non so quanti altri possano dire altrettanto.
Nella mia famiglia si discuteva tanto di politica anche perché siamo cinque fratelli con cinque idee diverse (estrema sinistra compresa), con mio padre che invece era sempre stato democristiano. Sono cresciuto così nella cultura del dibattito e del confronto, in casa come a scuola, e già da ragazzo guidavo assemblee studentesche in aperta e continua dialettica contro la maggioranza degli studenti che nella mia scuola allora era nettamente di sinistra. Non ho mai partecipato ad episodi di violenza, anche se più di una volta ho sicuramente rischiato anche fisicamente per le mie idee.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
A parte questi incarichi - e anche se ho ormai terminato questa lunga esperienza - continuo davvero a mettercela tutta soprattutto cercando di stare sempre vicino ai problemi della gente.
Ogni giorno ne scopro di nuovi, dalle piccole questioni personali ai grandi problema della nostra Italia e credo sia un punto d’onore impegnarsi concretamente e con onestà per cercare di risolverne qualcuno toccando con mano preconcetti, sprechi e ingiustizie, qualsiasi sia il ruolo che possiamo ricoprire nella società.
Per questo da oltre quindici anni ogni settimana edito "IL PUNTO", un foglio via mail di notizie ed informazioni che mi permettono di spaziare sul mondo e sostenere le mie opinioni a diretto contatto con migliaia di lettori. (chi lo volesse ricevere mi contatti su marco.zacchera@libero.it)
Per darsi da fare bisogna a volte prendere posizioni scomode o controcorrente, spesso non comprese e contro le quali vi è a volte preconcetto, ma ne vale sempre la pena perché alla fine gli Ideali veri non sono una utopia, ma devono davvero essere traccia e obiettivo di vita.
Per questo mi sento un cristiano semplice, che cerca di essere coerente e che crede che il Vangelo ci possa insegnare molto nella vita di ogni giorno, concretamente e ricordando soprattutto quella parabola dei "talenti" che nella vita vanno poi restituiti, almeno raddoppiati, prima della fine del viaggio.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In quasi 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica. Anzi, spesso mi sono trovato maggiormente in sintonia proprio con avversari che non all’interno del mio sempre più malandato schieramento politico dove abbiamo fatto tanti errori, soprattutto quello di non aver proseguito con linearità e serietà il progetto di Alleanza Nazionale, secondo me il più autentico per dare alla Destra non solo un volto moderno e democratico, ma soprattutto capace di offrire e proporre alla nazione alcune idee di fondo di rinnovamento politico e sociale. Purtroppo volevamo cambiare il mondo e troppe volte (in peggio) siamo invece cambiati noi.
Anche per questi motivi e poiché volevo personalmente mettermi in gioco nel giugno 2009 mi sono candidato a sindaco della mia città dove mi hanno eletto con oltre il 54% dei voti al primo turno, primo sindaco di centro-destra a Verbania dopo 64 anni di sindaci e giunte sempre di sinistra o di centro-sinistra.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
Chissà quando mai la "giustizia" degli uomini – alla quale invano mi ero rivolto - mi darà ragione. Per me il peso è di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me, mentre io invece non sono stato in grado di portare a termine il compito che mi avevano affidato, passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho scoperto in questi mesi che ci sono comunque tanti altri modi di impegnarsi per aiutare il prossimo ed è quello che cerco di fare, per esempio collaborando con le iniziative della Fondazione Comunitaria del VCO.



Intanto sono tornato a pescare sul mio lago e quando vedo le albe ed i tramonti - che spesso sul Lago Maggiore sono fantastici - mi considero sempre davvero un privilegiato, anche e soprattutto perché ho la fortuna di poter vivere quei momenti. Quando calo le reti in mezzo al lago mi ritrovo a fare gesti antichi come quelli dei miei nonni e dei miei avi e allora mi sento libero e felice nel profondo. A queste cose ho dedicato "Nelle reti del tempo", un libro di storia per ricordare come si viveva sul Lago Maggiore nei secoli scorsi.
In questi ultimi anni ho scritto diversi libri: “ Inverna” e “Gente di Lago” che vogliono essere un omaggio alla mia terra mentre “La Moscheruola” racconta com’era l’Italia della mia giovinezza.