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IL PUNTO di MARCO ZACCHERA



IL PUNTO   n. 947 del 22 marzo 2024

di MARCO ZACCHERA 

 

Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it

 

Sommario: Credo che i russi anche senza brogli e pressioni avrebbero comunque votato in maggioranza per Putin e che l’Europa dovrebbe tenerne conto, oltre a mantenere un metro uniforme di giudizio verso tutte le dittature, non solo contro la Russia. Intanto si sono svolte le “primarie” del PD a Verbania con lacerazioni varie e il centro-destra sembra andare sulla stessa strada. Un approfondimento, infine, su alcune sciocchezze “green” che dovrebbero davvero fare riflettere.

 

ELEZIONI RUSSE E DEMOCRAZIA

Che le elezioni in Russia siano state un plebiscito programmato pro Putin non c’è alcun dubbio e la continua enfasi dei media occidentali a sottolineare ogni episodio che potesse confermarlo ce l’ha solo dimostrato. Credo però che, se anche il voto fosse stato assolutamente libero da ogni condizionamento, Putin – pur con percentuali ovviamente ben più basse - avrebbe però vinto lo stesso, perché ha comunque dietro di sé la maggioranza dei russi e solo chi è in malafede può negarlo.

Ci sono episodi che me lo confermano, oltre a quello che mi dicono gli stessi russi che conosco e che vivono in Italia. Per esempio, davanti al consolato russo di Milano c’era una lunga fila di elettori in attesa di entrare. Una coda visibilmente “pro Putin” ma tutte le TV erano ad intervistare i 3 (tre) oppositori, uno dei quali consigliere comunale radicale di Milano. Nessuno – almeno in Italia – obbligava quelle persone ad andare a votare, se erano lì credo che la gran parte lo fosse di propria spontanea volontà. Sicuramente Putin usa forme di violenza, repressione e coercizione, forzature e metodi democraticamente inaccettabili verso i suoi concittadini, ma comunque ha veramente l’appoggio della maggioranza dei russi e lo stesso Corriere della Sera con Federico Fubini lunedì lo confermava scrivendo "...Non solo l’esercito russo, a piccoli passi, avanza in Ucraina, anche l’economia pur sotto le sanzioni occidentali che avrebbero potuto essere il tallone d’Achille di Putin in questo momento dà sicuramente fiducia. Nel quarto trimestre del 2023 il prodotto interno lordo era del 5,1% più alto di un anno prima. La disoccupazione viaggia al 2,9%. Perfino l’inflazione in Russia, il vero punto debole di un’economia di guerra sostenuta a pieni giri dal complesso militare-industriale, sembra andare nella direzione giusta (per Putin): in febbraio era in rallentamento e sembra stabilizzarsi attorno al 7,5%...” Putin fa tranquillamente affari nel mondo e soprattutto con la Cina, vende a tutti il gas salvo che all’Europa e forse sarebbe ora che proprio l’Europa si facesse qualche domanda sulla sua strategia verso la Russia, non vi pare?  Anche perché se - giustamente - si sottolineano le pressioni e le violenze esercitate dallo Zar del Cremlino per condizionare il voto nessuno parla mai dei tanti altri paesi dove le elezioni proprio non ci sono. Se la democrazia non è un optional “à la carte” allora le critiche e le sanzioni andrebbero applicate a tutti.

In Cina, per esempio, nessuno può discutere sul potere del partito comunista: Xi Jinping è stato eletto l’ anno scorso presidente della Repubblica Popolare Cinese per la terza volta consecutiva dalla sessione plenaria della quattordicesima Assemblea Nazionale del Popolo (il “parlamento” cinese) con 2.952 voti a favore e nessuno astenuto o contrario (quindi anche lui si è perfino votato).

A parte chi si è astenuto, in Russia quasi dieci milioni di persone hanno votato contro Putin con voto relativamente segreto, invece su 1.2 miliardi di cinesi non c’è ufficialmente neppure un dissidente (!?) e quelli che sono in galera godono di infinita meno attenzione da parte dei media occidentali.

Ma lo stesso sistema dittatoriale di fatto si applica in decine di paesi del mondo, compresi i nostri “alleati” dall’Arabia Saudita all’Egitto ai Paesi del Golfo, eppure nessuno eccepisce o si stupisce, tantomeno l’Unione Europea NONOSTANTE, PER ESEMPIO, CHE L’ARABIA SAUDITA STIA ACQUISENDO IL SISTEMA “TIK TOK” E LE TECNOLOGIE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, PROPRIO ORA CHE SI VOGLIONO METTERE FUORI LEGGE NEGLI USA: a chi andrà in mano questo enorme potere di controllo?  

A proposito di democrazia: a maggio scadrà anche il mandato per il presidente Zelensky in Ucraina, ma di nuove elezioni lì non ne parla nessuno, né si hanno più notizie dei suoi oppositori interni che pur erano numerosi: che fine hanno fatto ?

 

TURISMO “FERROVIARIO” !! ??

Tante chiacchiere poi l’ amara realtà: Trenitalia boicotta la linea del Sempione e il turismo del Lago Maggiore. Prima i treni “Cisalpino” che non si fermano più a Stresa ma a Gallarate (!), poi l’annuncio che la linea internazionale sarà sospesa per tre mesi “per lavori” giusto in piena estate. Ricordando che da Malpensa non ci sono più voli per molte località (e anche per Roma) viene da chiedersi come si possa raggiungere il Lago Maggiore con un mezzo pubblico

 

 

Approfondimento

TAPPI CILENI, AMENITA’ ISLANDESI, DEMAGOGIA EUROPEA

Mentre la “League of Conservation Voters”, un'organizzazione leader per il clima e tra i maggiori finanziatori di cause progressiste, ha annunciato un impegno di 120 milioni di dollari per sostenere la rielezione di Joe Biden alla Casa Bianca, la scorsa settimana il parlamento europeo ha approvato una nuova normativa per obbligarci a rendere più “green” le nostre case.

Ottimi e condivisibili propositi per gli edifici nuovi ma, nella pratica, grandi difficoltà ad adeguare gli edifici esistenti e quindi crollo del loro valore. Pensate a come sarà mai possibile mettere il “cappotto” energetico a milioni di edifici nei nostri centri storici ed a farlo in 4 anni per tutti gli edifici pubblici: chi paga?

PERO’ RICORDATEVI (visto che si vota tra tre mesi per le “europee”) CHE A BRUXELLES TUTTA LA SINISTRA ITALIANA HA VOTATO A FAVORE E ANCHE BUONA PARTE DEL PARTITO POPOLARE GUIDATO DALLA “FATINA” VON DER LEYEN.

Non solo in Europa trionfa la demagogia “green”, pochi lettori capiteranno per esempio nel villaggio di Cameron, in Terra del Fuoco (parte cilena) dove sono stato recentemente, anche perché adesso il nome non appare più, trasformato ufficialmente in Timaukel, ripristinando quello che (pare) fosse il suo nome indigeno. Fatto sta che gli abitanti sono 52 (cinquantadue) di cui molti dipendenti dell’amministrazione locale.

Sta di fatto che - in omaggio alla linea “green”, ecologista e progressista del presidente cileno Gabriel Boric (famiglia di immigrati croati di inizio secolo scorso e originario proprio di queste parti) - davanti al piccolo municipio troneggiano accurati e simpatici trespoli per la raccolta differenziata dei 52 abitanti e dei pochi turisti che passano di là.  Non basta: entrando nell’atrio noterete un apposito contenitore che raccoglie i tappi delle bottiglie di plastica per una ulteriore separazione perchè i tappi - si sa - vanno separati e così valgono di più.

“Chapeau” per questa attenta scelta pro-natura, peccato che percorrendo i cento metri scarsi che separano il municipio di Timaukel dalla sua spiaggia che dà sullo Stretto di Magellano noterete purtroppo migliaia (o milioni) di pezzacci di plastica, bottiglie, cordami, pezzi di polistirolo e rifiuti vari che arrivano ogni giorno sulla battigia trasportati dalle forti correnti transoceaniche riprendendo poi il loro viaggio con l’alta marea. Il dubbio è se non servirebbe di più cercare di raccogliere almeno una parte di quei rifiuti in transito (ma non lo fa nessuno) mentre si continuano a collezionare i tappi di plastica.

La stessa incongruenza l’ho notata ascoltando una interessante conferenza che illustrava le mirabili imprese di una ditta svizzera che in Islanda (con un “aiutino” di alcuni milioni di euro) ha costruito uno stabilimento che - tramite ventilatori - “cattura” l’aria, riuscendo (così si afferma) a recuperarne la CO2 contenuta che poi viene “sparata” 300 metri sottoterra, liberando l’atmosfera così di micro-frazioni di CO2. L’eco-stabilimento è in Islanda non perché l’aria è più inquinata ma perché per far funzionare i ventilatori serve una gran quantità di energia e proprio lì (e purtroppo solo lì) quella geotermica è praticamente gratis.

L’ingegnoso ma costosissimo impianto non deve sembrare una semplice idiozia perché produce quei “certificati verdi” da vendere sul mercato internazionale, quelli che permettono poi alle aziende di potersi dichiarare ad “emissione zero”. Quando ho chiesto – provocando, lo so – quante migliaia di volte di più di CO2 rispetto a quella “aspirata” sia stata naturalmente emessa solo dalla recente eruzione proprio in Islanda la risposta non è venuta, così come non sono assolutamente convinto che ci sia solo un rapporto diretto CO2-temperature, ma questo è un altro discorso, anche se è il “mantra” quotidiano e la vulgata corrente. 

Questi esempi non vogliono dire che ridurre le emissioni non sia sempre una “buona pratica”, ma dovrebbero portare a riflettere che – visto che nostra madre terra è davvero un “villaggio globale” - fornire allora una città indiana o africana di un depuratore e di un impianto di smaltimento e recupero dei rifiuti (visto che la plastica buttata in un fiume indiano arriverà prima o poi anche in Terra del Fuoco), sarebbe molto più utile, climaticamente vantaggioso per l’ambiente ed economicamente assennato.

Soprattutto bisognerebbe evitare (o vietare) che ogni 42 ORE in Cina venga inaugurata una nuova centrale termica a carbone che produrrà migliaia e migliaia di volte CO2 rispetto a quella costosamente “ripulita” in Islanda. Concretezza e buone pratiche devono essere sempre la priorità, ma non puntando ad un utopico autolesionismo green, anche se è molto più soave e “chic” illuderci di salvare il mondo con i tappi di plastica di Timaukel o aspirando – appunto - l’aria in Islanda.

 

VERBANIA: PRIMARIE PD

Riccardo Brezza, assessore uscente, ha vinto le primarie del PD sconfiggendo di misura Chiara Fornara. Nel mese di “campagna elettorale” Brezza ha dimostrato buone qualità oratorie e di conoscere i problemi cittadini (d'altronde da molti anni, come assessore, “studia da sindaco”) mentre Fornara ha preso in mano la partita solo all’ultimo momento contando sulla sua positiva notorietà personale.

L’anomalia (ma che era già emersa nel 2014) è che rispetto ai 99 iscritti del PD di Verbania hanno votato in 2314, più primarie di schieramento – quindi – che di partito, ma la vittoria di Brezza pone ora il problema di chi lo appoggerà già l’8 giugno perché i potenziali alleati civici non avevano nascosto una maggior simpatia per Fornara.  

Nei prossimi tre mesi vedremo le sue capacità di aggregazione per tessere una tela di alleanze personali e politiche senza la quale gli sarà difficile diventare sindaco, con il rischio che la sua vittoria di domenica diventi una sconfitta strategica per lo schieramento di sinistra, soprattutto se spunteranno anche altri candidati.    

Credo che al centro-destra il risultato non dispiaccia visto che – almeno sulla carta – Chiara Fornara avrebbe potuto più facilmente raccogliere voti personali trasversali, ma intanto anche il centro-destra rischia di frantumarsi e, se non ci sarà una convergenza totale su Albertella (da molto tempo autocandidatosi a sindaco con l’appoggio di civici, Lega e FdI) presentare più candidati agevolerebbe gli avversari. 

In questa prospettiva è quindi benzina sul fuoco l’annunciata volontà dei partiti a livello regionale di “assegnare” Verbania ad un esponente di Forza Italia con il rischio di potenziali spaccature.  Credo che la vittoria di giugno andrà infatti a chi saprà aggregarsi già ai blocchi partenza.

 

UN SALUTO A TUTTI                                        MARCO ZACCHERA 

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Quando mi capita di raccontare…
Scopro che è difficile sintetizzare la mia vita perché mi rendo conto di aver avuto la fortuna di vivere moltissime esperienze..... (continua)
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Il NUOVO LIBRO di MARCO ZACCHERA.....


E’ uscito un mio nuovo libro  “ GENTE DI LAGO: storie e racconti  del Lago Maggiore”
In 164 pagine - tutte a colori - ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche, quasi tutte inedite. Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il successo di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita oltre 10 anni fa ed oggi introvabile.
GENTE DI LAGO è in vendita al pubblico a 18 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano con dedica! - al prezzo ridotto di 16 euro (spese di spedizione comprese) o di 15 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
Un bel regalo, per esempio, in vista del prossimo Natale…
 
Marco Zacchera
PUBBLICAZIONE di MARCO ZACCHERA.....


 
L’INTEGRAZIONE (IM)POSSIBILE ?
 
Cosa non ci dicono su Islam, Africa ed Immigrazione
 
 
(dall’introduzione..)
 
 
…Mentre in Italia sull’uso improprio della parola “razzista” si montano settimane di polemiche (come per il caso recente del governatore lombardo Attilio Fontana) pochi sanno che in Sudafrica si sta discutendo un emendamento costituzionale con il quale – se approvato – si potranno espropriare i terreni ai bianchi senza indennizzo, ma anche a vantaggio dei cinesi che in Sudafrica per legge sono equiparati ai neri.
 
Un razzismo alla rovescia – ma concreto - di cui non parla nessuno, un esempio di quante poche informazioni si hanno in questo campo
 
Scrivendo queste note (e con il contributo di PAOLA PALMA) ho cercato infatti di trasmettere – piacciano o meno – informazioni corrette, numeri certi, fatti documentati e poche opinioni.
 
Credo di conoscere bene la materia: ho passato tanti mesi della mia vita in Kenya e in Burundi, Uganda, Ruanda, Mozambico, Madagascar e in tanti altri paesi africani lavorando nel volontariato e toccando con mano tante situazioni disperate.  
 
Nell’aprile del 1994 – ero appena stato eletto deputato – per circostanze davvero fortunate non ci ho lasciato la pelle durante una rivoluzione in Burundi.
 
Di immigrazione e integralismo islamico scrivevo già trent’anni fa quando nessuno ci pensava, ma stando in Africa si capiva chiaramente cosa sarebbe successo e puntualmente i disastri si sono verificati. Vi avviso subito che senza sterzate decise andrà sempre peggio.
 
Intendiamoci, credo sia preciso dovere di tutti aiutare il prossimo: è un obbligo morale, cristiano e sociale, ma bisogna farlo con intelligenza, organizzazione, capacità e programmazione altrimenti non solo si finisce in un disastro, ma attecchisce anche la mala pianta della corruzione e dello sfruttamento alimentando rinnovato odio e razzismo.
 
Scopriamo insieme allora i numeri e i costi del fenomeno, la discriminazione nei fatti verso  tanti italiani, le ipocrisie che ci stanno dietro, le ambiguità vaticane, cosa stia effettivamente succedendo in Sudafrica oppure quali divisioni stiano spaccando la Nigeria, ma anche quali rischi concreti porti la mafia nigeriana.
 
Denunciamo finalmente il vorace neo-colonialismo cinese che viene taciuto e sottovalutato, la schiavitù nei paesi arabi e il moltiplicarsi dei musulmani in Europa con il rifiuto da parte di molti di loro ad accettare e condividere i principi costituzionali europei, così come è vergognoso il silenzio europeo sull’Eritrea e soprattutto sui disastri combinati nel mondo da troppe multinazionali senza scrupoli.
 
Se ne parla poco di tutti questi fattori, ma sono quelli che creano le cause che portano poi i poveracci a sbarcare disperati sulle nostre coste o a morire in mezzo al mare.
 
Ecco quindi che nel libro si lanciano proposte concrete e si propongono tutta una serie di dati statistici sconosciuti (perché spesso volutamente nascosti), così come un interessante sondaggio  sull’umore degli italiani con dati, numeri, fatti, circostanze inoppugnabili.  
 
 
Una informazione corretta e soprattutto documentata – anche se magari scomoda, anticonformista, sicuramente poco “buonista”– è però necessaria per portarci a riflettere, un po’ come il medico che ha il dovere di dire la verità al proprio paziente e non raccontargli balle.
 
Una realtà che potrà essere a volte impietosa e crudele, ma che va conosciuta da chi è malato (come lo è la nostra società italiana ed europea) per almeno tentare le cure necessarie alla sua sopravvivenza…
 
 

                                                                                      Marco Zacchera
CHI SONO.....
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Quando mi capita di raccontare…



Scopro che è difficile sintetizzare la mia vita perché mi rendo conto di aver avuto la fortuna di vivere moltissime esperienze.
Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.

Sono stato educato in una famiglia profondamente cattolica, ma da sempre molto aperta al mondo e quindi già da bambino ho sentito  forte il senso della responsabilità.
Da ragazzo sono stato per molti anni uno scout e per stile di vita ho sempre percepito così una attenzione particolare alla natura, all’impegno sociale, al mio prossimo.
Mi sono laureato alla Bocconi in economia aziendale, ma ho lavorato già da giovanissimo negli alberghi di famiglia e poi svolto attività diversissime tra loro ma appassionanti anche perché non mi piace mai stare con le mani in mano.
Dal giornalista al pescatore professionista, dall’assicuratore a gestire alberghi ed aziende visto che sono poi diventato dottore commercialista e revisore dei conti.
Ho sempre amato lo sport (sono stato per tanti anni arbitro di calcio e ancora adesso appena posso vado a pescare sul mio lago o in giro per il mondo) ho compiuto centinaia di immersioni subacquee e poi paracadutismo, parapendio, rafting e rally automobilistici fino al settembre del 2005 quando  mi sono rotto la schiena andando fuori strada durante un rally in Valdossola.
C'è  stata  poi la politica, la mia grande passione. Ho cominciato da ragazzino nella "Giovane Italia" e nel "Fronte della Gioventù" e poi nel MSI-DN, in Alleanza Nazionale e infine nel PDL, almeno finchè è esistito.
Ricordo sempre con orgoglio che nella mia vita mi sono candidato 20 volte nelle più diverse elezioni e che sono stato eletto venti volte su venti: non so quanti altri possano dire altrettanto.
Nella mia famiglia si discuteva tanto di politica anche perché siamo cinque fratelli con cinque idee diverse (estrema sinistra compresa), con mio padre che invece era sempre stato democristiano. Sono cresciuto così nella cultura del dibattito e del confronto, in casa come a scuola, e già da ragazzo guidavo assemblee studentesche in aperta e continua dialettica contro  il “movimento studentesco” di estrema sinistra, anche se la maggioranza taceva e poi – spesso – mi appoggiava nelle assemblee.
Non ho mai partecipato ad episodi di violenza, anche se più di una volta ho sicuramente rischiato anche fisicamente per le mie idee.
Eravamo giovani! Anni 80 Consiglio Comunale VERBANIA
Eravamo giovani! Anni 80 Consiglio Comunale VERBANIA

Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo-  mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.

Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma  soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.

A parte questi incarichi - e anche se ho ormai terminato questa lunga esperienza - continuo davvero a mettercela tutta soprattutto cercando di stare sempre vicino ai problemi della gente.
Ogni giorno ne scopro di nuovi, dalle piccole questioni personali ai grandi problema della nostra Italia e credo sia un punto d’onore impegnarsi concretamente e con onestà per cercare di risolverne qualcuno toccando con mano preconcetti, sprechi e ingiustizie, qualsiasi sia il ruolo che possiamo ricoprire nella società. Oggi posso solo farlo con la penna, e così pubblico articoli su molte testate giornalistiche.
Da quasi 20 anni  ogni settimana edito "IL PUNTO", un foglio via mail di notizie ed informazioni che mi permettono di spaziare sul mondo e sostenere le mie opinioni a diretto contatto con migliaia di lettori.  (chi lo volesse ricevere mi contatti su marco.zacchera@libero.it)
Bisogna a volte saper prendere posizioni scomode o controcorrente, spesso non comprese e contro le quali vi è a volte preconcetto, ma ne vale sempre la pena perché alla fine gli Ideali veri non sono una utopia, ma devono davvero essere traccia e obiettivo di vita.
Per questo  mi sento un cristiano semplice, che cerca di essere coerente e che crede che il Vangelo ci possa insegnare molto nella vita di ogni giorno, concretamente e ricordando soprattutto quella parabola dei "talenti" che nella vita vanno poi restituiti, almeno raddoppiati, prima della fine del viaggio.


Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi.  Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.

Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.

Anche per questi motivi e poiché volevo personalmente mettermi in gioco  nel giugno 2009 mi sono candidato a sindaco della mia città dove da 32 anni ero consigliere di opposizione e  mi hanno eletto con oltre il 54% dei voti al primo turno, primo sindaco di centro-destra a Verbania dopo 64 anni di sindaci e giunte sempre di sinistra o di centro-sinistra.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente  ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.
Intanto sono tornato a pescare appena posso sul mio lago e quando vedo le albe ed i tramonti - che spesso sul Lago Maggiore sono fantastici - mi considero sempre davvero un privilegiato, anche e soprattutto perché  ho la fortuna di poter vivere quei momenti.  Quando calo le reti in mezzo al lago mi ritrovo a fare gesti antichi come quelli dei miei nonni e dei miei avi e allora mi sento libero e felice nel profondo. A queste cose ho dedicato  “ NELLE RETI DEL TEMPO” e poi diverse edizioni di “GENTE DI LAGO” libri di storia per ricordare come si viveva sul Lago Maggiore nei secoli scorsi, mentre “LA MOSCHERUOLA” .racconta com’era l’Italia della mia giovinezza.
In un altro libro “L’INTEGRAZIONE (IM)POSSIBILE? -  Cosa non ci dicono su Islam, Africa ed immigrazione”, scritto a quattro mani con Paola Palma, abbiamo cercato di raccontare le tante esperienze in Africa con un serio approccio alle tematiche dell’immigrazione verso l’Europa, un fenomeno importante e che non può essere banalizzato.
Ad oggi non ho più incarichi pubblici se non quello di “Commissario italiano alla pesca per le acque internazionali Italo-Svizzere”  titolo altisonante quanto volontario con il quale e – come già faceva mio nonno quasi 90 anni fa – mi occupo di difendere e tutelare la pesca e l’ambiente dei nostri laghi.
Sono stato anche  nominato, ma  qui torneremmo  in campo professionale, presidente del Collegio sindacale di Finpiemonte, la finanziaria della nostra regione e in altri Enti e società.

Ma questi sono tutti  dettagli, l’importante è non cambiare mai nel profondo mantenendo fede agli impegni di  partenza cercando di aiutare gli altri per  restituire qualche “talento in piu” di quelli che il Grande Capo mi ha affidato alla partenza. Speriamo di riuscirci sempre, lo auguro anche a tutti voi.

In amicizia un saluto, Marco Zacchera...
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