IL PUNTO n. 1018 del 17 ottobre 2025
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
TOSCANA: CREPA A SINISTRA
Come
ampiamente previsto il centro-sinistra ha vinto in Toscana riconfermando il
governatore Eugenio Giani,
ma il segnale politico è la crisi di consensi del PD (-136.000 voti),
l’espandersi dell’area moderata “renziana” e la crisi conclamata del M5S che
considerava Giani troppo “morbido”.
La
diminuzione dei votanti nella ex “rossa” Toscana è stato notevole, molto di più
che nelle altre regioni dove si era andati a votare recentemente, fermandosi
molto al di sotto del 50%, addirittura il 15% in meno dell’ultima volta.
Il
risultato "politico" del voto è la potenziale crisi dell’intesa
PD-M5S con rinnovate critiche alla Schlein
che non riesce evidentemente ad essere contemporaneamente “di piazza e di
governo” pur di raccogliere voti anti-Meloni.
Le prossime
elezioni in Puglia e
Campania saranno vinte a sinistra più per desistenza altrui che
meriti propri (i candidati del centro-destra sono spuntati solo all’ultima ora
e in partenza sono già battuti: avrebbero dovuto essere stati scelti mesi fa
per dare loro il tempo di fare una effettiva campagna elettorale! ), ma già in
Campania furoreggiano le liti e le pressioni contro Fico (candidato
governatore M5S, molto osteggiato da De
Luca). Di fatto l’accusa alla Schlein è che si sia rinunciato
ancora una volta ad ogni identità nell’ottica di un “campo largo” che,
comprendendo i grillini, convince sempre meno gli elettori PD.
QUANTO CI COSTA LA GUERRA
Visto che
in democrazia è consentito dissentire, io dissento.
Non sono
certo un “pacifista”, non scendo in piazza, ma NON sono d’accordo con l’aumento
così elevato delle spese militari che l’Europa e la NATO hanno deciso negli
ultimi mesi.
Non
sostengo che questa spesa non sia da incrementare rispetto alla quota attuale
di circa 1,6 % di PIL, ma con molta più moderazione e portarla addirittura al
3,5% e poi al 5% in 10 anni è per me del tutto ingiustificato.
L’armistizio
di Gaza sottolinea che se si vuole trattare si può cercare di farlo arrivando
anche a dei risultati, ma allora non ha senso pensare solo
alle armi per risolvere la guerra in Ucraina, giustificazione ufficiale per una
"necessaria" maggior difesa dalla Russia, stabilito (da chi?) che
siamo a rischio di potenziale attacco od invasione.
E’ per me
esagerato per esempio voler spendere
650 miliardi di euro (35 volte la manovra finanziaria italiana che con
difficoltà riesce a mettere insieme quest’anno 18 miliardi !!)
per la realizzazione di un muro “antidroni” sul fronte Est, cui destinare buona
parte degli 800 miliardi
previsti per il riarmo europeo.
Vogliamo ragionarci sopra con calma? E’ assurdo
che da anni l’economia europea e i singoli stati siano vincolati ad un deficit
annuo massimo del 3% pena il subire sanzioni e non possano quindi spendere di
più per tutti i fini sociali, ambientali, sanitari o di sviluppo economico
messi insieme necessari alla crescita e si possa invece passare liberamente al
4,5% di sforamento (ovvero aumentare il deficit annuo del 50%!) se si
spendono soldi per armamenti.
Ma
possibile che i cittadini europei non abbiano il diritto di dire la loro su
questa decisione così importante, ma di fatto nascosta o sottovalutata dai
media?
Io
dissento, innanzitutto perché non è detto che la minaccia ad est (la Russia)
sia così grave ed incombente e che piuttosto bisognerebbe almeno tentare di
discutere di più con Putin ma CON VOLONTA' DI CERCARE UN ACCORDO E FACENDOLO
TUTTI INSIEME COME EUROPA e non solo da alleati dell’Ucraina.
In secondo
luogo – ricordato che ad oggi acquistiamo il 63% delle nostre armi dagli USA –
c’è da chiedersi se una volta costruito il “muro antidroni” non sarà già stato
reso obsoleto da altre armi (dieci anni fa chi appunto pensava alla minaccia
dei droni?).
Ma non
sarebbe allora meglio cercare appunto di trattare seriamente per giungere ad un
accordo stabile con la Russia, riaprire i contatti, lavorare davvero per una
pace stabile CHE E’DI RECIPROCO INTERESSE, ANCHE PER LA RUSSIA anziché
incaponirci a spendere così tanto per la “difesa” che a Mosca è vista ovviamente
come preparazione di nostri possibili attacchi, ricordiamoci l’accerchiamento
NATO che si è prodotto di fatto ai suoi confini, non possiamo non considerare
anche i timori degli altri).
Lo ripeto,
io non sono un “pacifista” ma credo nella ragionevolezza che significa
innanzitutto VOLERE discutere e non solo pensare alle armi, argomento che – non
dimentichiamolo – significa però affari colossali per alcune aziende ed alcuni
paesi che hanno tutto l’interesse a convincerci che invece stiamo per essere
invasi.
Quanti
notano che è proprio la Germania (terra della Van der Leyen) a volere
fortemente la “svolta” per produrre armi tedesche da vendere in tutta la UE (e
fuori) per poter così riconvertire le sue imprese metalmeccaniche in gravissima
crisi?
Chi conosce
la storia sa quante volte le guerre sono nate dal nulla, montando pretesti e
provocazioni, agitando paure e timori antichi. Quanto sarebbe bello che il MIO
governo ragionasse anche su queste cose, differenziandosi da certe posizioni
europee che alla fine sono contro i nostri interessi, sottolineando l’ipocrisia
di “popolari” e del PD che in Europa vota per le armi e in Italia scende
in piazza con i pacifisti: dov’è la coerenza?
CIAO, SESSANTOTTINO!
Dentro di
me e con gli amici lo chiamavo “il sessantottino” per le sue “mise” che - in
giacca e girocollo - richiamavano i gusti degli estremisti di sinistra
(invecchiati) che furono l’anima della rivolta studentesca del 1968.
Non
sbagliavo sulle sue idee, anche se era un ex ufficiale dell’aeronautica, sta di
fatto che Paolo
Sottocorona - il presentatore mattutino del Meteo su La7 - era
un compagno fedelissimo, ma nel senso dell’ascoltarlo per iniziare la giornata.
Mi
piacevano di lui la competenza, la precisione, una comune e innata antipatia
verso le news meteo delle reti concorrenti che vendono sempre termini estremi
pur di far audience.
Paolo
insisteva: “ Basta con le “bombe d’acqua”, le “supercelle”, i nomi strani dati
ai cicloni che sono semplici perturbazioni, le temperature “percepite” con non hanno
valore scientifico. Chiamiamoli per quello che sono: temporali,
grandinate, che quasi sempre non sono eventi estremi, ma sono parte della
statistica”…
Non era
assolutamente un negazionista dei cambiamenti ambientali, ma quante volte Paolo
cercava (spesso invano) di spiegare che la meteorologia è una scienza e come
tale va affrontata, dopo aver eliminato dalle sue carte meteo tutte le
etichette di sole e nuvolette a coprire l’ intera immagine dell’Italia, quelle
che mi hanno fatto sempre andare in bestia perché una “carta meteo” ben
fatta ti spiega esattamente e con precisione il tempo che farà nella zona
che ti interessa e non ti serve altro.
Paolo
Sottocorona per me era quindi un mito di buon senso e professionalità, senza
rinunciare all’umanità, al realismo, alla volontà di trasformare i pochi minuti
della sua trasmissione in una piccola ma seria lezione di climatologia.
Quando ho
saputo della sua morte improvvisa (era andato in onda la stessa mattina e lo
avevo ascoltato) sono rimasto turbato sia sulla fragilità della vita, sia sul
fatto che spesso non ti dà neppure il tempo di salutare. Io allora lo ricordo
qui: ciao, “compagno sessantottino”, ti ho voluto bene.
CHI HA PAGATO LA FLOTILLA?
Su Il Sole 24 Ore, Bruno
Dardani stima che il costo della missione “umanitaria” della
“flotilla” verso Gaza sia costata circa 25/30 milioni di euro per portare a
destinazione – se mai le barche fossero attraccate – aiuti alimentari per
circa 2 tonnellate, ovvero un decimo della portata di un camion e tenendo conto
che a Gaza servirebbero circa 600 camion al giorno di aiuti. (se le cifre date dal giornale sono vere
parliamo di alimentari a 12/15.000 euro al kilo!)
Nessuno sa
di chi fossero le barche e chi abbia pagato il carburante. Considerando solo
20.000 litri di gasolio a barca per 40 barche andare da Barcellona all’Egeo e
oltre sono 840.000 litri, ovvero oltre un milione di euro, ma Greta Thunberg
questa volta non si è messa a calcolare il valore delle emissioni inquinanti.
Soprattutto
si sono mantenuti 450 attivisti per un mese a fare i martiri per poi essere
rimpatriati (perché – nonostante tante chiacchiere – le “brutalità”
israeliane su di loro sono rimaste opinabili e non provate). Ma allora, a cosa
è servita la missione se non a mettere in pista uno show bene organizzato
tuttora senza sapere chi lo abbia pagato? Gli israeliani sostengono che dietro
ci sarebbe proprio la lunga mano di Hamas, se non è così perché i “martiri” -
parlamentari compresi - hanno completamente taciuto su questo aspetto? Eppure
quale occasione migliore per sbugiardare i perfidi sionisti?
ANTISEMITISMO
A questo
proposito, se sono giustificate le critiche e le proteste contro Netanyahu per i mesi di
attacco a Gaza, è necessario separare questi fatti dalla lunga storia di
Israele e dello stesso popolo ebraico. Per questo è apparsa assurda la proposta
M5S (appoggiata dalla estrema sinistra e da parte del PD) di cancellare il
gemellaggio che dal 1997 lega Milano a Tel Aviv.
Due città
si gemellano in segno di pace, non è un gemellaggio con Netanyahu o il governo
israeliano in carica, ma con gli abitanti di una città. Quando la sinistra
(compreso il PD) chiede di cancellare questi segni che sono simboli di pace
sfiorano una realtà che però hanno l’ipocrisia di non voler mai ammettere:
l’antisemitismo.
BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.


