IL PUNTO n. 947 del
22 marzo 2024
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Sommario:
Credo che i russi anche senza brogli e pressioni avrebbero comunque votato in
maggioranza per Putin e che l’Europa dovrebbe tenerne conto, oltre a mantenere
un metro uniforme di giudizio verso tutte le dittature, non solo contro la
Russia. Intanto si sono svolte le “primarie” del PD a Verbania con lacerazioni
varie e il centro-destra sembra andare sulla stessa strada. Un approfondimento,
infine, su alcune sciocchezze “green” che dovrebbero davvero fare riflettere.
ELEZIONI RUSSE E DEMOCRAZIA
Che le
elezioni in Russia siano state un plebiscito programmato pro Putin non c’è alcun
dubbio e la continua enfasi dei media occidentali a sottolineare ogni episodio
che potesse confermarlo ce l’ha solo dimostrato. Credo però che, se anche il
voto fosse stato assolutamente libero da ogni condizionamento, Putin – pur con
percentuali ovviamente ben più basse - avrebbe però vinto lo stesso, perché ha
comunque dietro di sé la maggioranza dei russi e solo chi è in malafede può
negarlo.
Ci sono
episodi che me lo confermano, oltre a quello che mi dicono gli stessi russi che
conosco e che vivono in Italia. Per esempio, davanti al consolato russo di
Milano c’era una lunga fila di elettori in attesa di entrare. Una coda
visibilmente “pro Putin” ma tutte le TV erano ad intervistare i 3 (tre)
oppositori, uno dei quali consigliere comunale radicale di Milano. Nessuno –
almeno in Italia – obbligava quelle persone ad andare a votare, se erano lì
credo che la gran parte lo fosse di propria spontanea volontà. Sicuramente Putin
usa forme di violenza, repressione e coercizione, forzature e metodi
democraticamente inaccettabili verso i suoi concittadini, ma comunque ha
veramente l’appoggio della maggioranza dei russi e lo stesso Corriere della
Sera con Federico Fubini
lunedì lo confermava scrivendo "...Non
solo l’esercito russo, a piccoli passi, avanza in Ucraina, anche l’economia pur
sotto le sanzioni occidentali che avrebbero potuto essere il tallone d’Achille
di Putin in questo momento dà sicuramente fiducia. Nel quarto trimestre del
2023 il prodotto interno lordo era del 5,1% più alto di un anno prima. La
disoccupazione viaggia al 2,9%. Perfino l’inflazione in Russia, il vero punto
debole di un’economia di guerra sostenuta a pieni giri dal complesso
militare-industriale, sembra andare nella direzione giusta (per Putin): in
febbraio era in rallentamento e sembra stabilizzarsi attorno al 7,5%...” Putin
fa tranquillamente affari nel mondo e soprattutto con la Cina, vende a tutti il
gas salvo che all’Europa e forse sarebbe ora che proprio l’Europa si facesse
qualche domanda sulla sua strategia verso la Russia, non vi pare? Anche
perché se - giustamente - si sottolineano le pressioni e le violenze esercitate
dallo Zar del Cremlino per condizionare il voto nessuno parla mai dei tanti
altri paesi dove le elezioni proprio non ci sono. Se la democrazia non è un
optional “à la carte” allora le critiche e le sanzioni andrebbero applicate a
tutti.
In Cina, per esempio,
nessuno può discutere sul potere del partito comunista: Xi Jinping è stato eletto l’ anno scorso presidente della
Repubblica Popolare Cinese per la terza volta consecutiva dalla sessione
plenaria della quattordicesima Assemblea Nazionale del Popolo (il “parlamento”
cinese) con 2.952 voti a
favore e nessuno astenuto o contrario (quindi anche lui si è perfino votato).
A parte chi
si è astenuto, in Russia quasi dieci milioni di persone hanno votato contro
Putin con voto relativamente segreto, invece su 1.2 miliardi di cinesi non c’è
ufficialmente neppure un dissidente (!?) e quelli che sono in galera godono di
infinita meno attenzione da parte dei media occidentali.
Ma lo
stesso sistema dittatoriale di fatto si applica in decine di paesi del mondo,
compresi i nostri “alleati” dall’Arabia
Saudita all’Egitto ai Paesi del Golfo, eppure nessuno eccepisce
o si stupisce, tantomeno l’Unione Europea NONOSTANTE, PER ESEMPIO, CHE L’ARABIA
SAUDITA STIA ACQUISENDO IL SISTEMA “TIK TOK” E LE TECNOLOGIE PER L’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE, PROPRIO ORA CHE SI VOGLIONO METTERE FUORI LEGGE NEGLI USA: a chi
andrà in mano questo enorme potere di controllo?
A proposito
di democrazia: a maggio scadrà anche il mandato per il presidente Zelensky in
Ucraina, ma di nuove elezioni lì non ne parla nessuno, né si hanno più notizie
dei suoi oppositori interni che pur erano numerosi: che fine hanno fatto ?
TURISMO “FERROVIARIO” !! ??
Tante
chiacchiere poi l’ amara realtà: Trenitalia boicotta la linea del Sempione e il
turismo del Lago Maggiore. Prima i treni “Cisalpino” che non si fermano più a
Stresa ma a Gallarate (!), poi l’annuncio che la linea internazionale sarà
sospesa per tre mesi “per lavori” giusto in piena estate. Ricordando che da
Malpensa non ci sono più voli per molte località (e anche per Roma) viene da
chiedersi come si possa raggiungere il Lago Maggiore con un mezzo pubblico
Approfondimento
TAPPI CILENI, AMENITA’ ISLANDESI, DEMAGOGIA EUROPEA
Mentre la “League of Conservation Voters”,
un'organizzazione leader per il clima e tra i maggiori finanziatori di cause
progressiste, ha annunciato un impegno di 120 milioni di dollari per sostenere
la rielezione di Joe Biden
alla Casa Bianca, la scorsa settimana il parlamento europeo ha approvato una
nuova normativa per obbligarci a rendere più “green” le nostre case.
Ottimi e
condivisibili propositi per gli edifici nuovi ma, nella pratica, grandi
difficoltà ad adeguare gli edifici esistenti e quindi crollo del loro valore.
Pensate a come sarà mai possibile mettere il “cappotto” energetico a milioni di
edifici nei nostri centri storici ed a farlo in 4 anni per tutti gli edifici
pubblici: chi paga?
PERO’
RICORDATEVI (visto che si vota tra tre mesi per le “europee”) CHE A BRUXELLES
TUTTA LA SINISTRA ITALIANA HA VOTATO A FAVORE E ANCHE BUONA PARTE DEL PARTITO
POPOLARE GUIDATO DALLA “FATINA” VON DER LEYEN.
Non solo in
Europa trionfa la demagogia “green”, pochi lettori capiteranno per esempio nel
villaggio di Cameron,
in Terra del Fuoco (parte cilena) dove sono stato recentemente, anche perché
adesso il nome non appare più, trasformato ufficialmente in Timaukel, ripristinando
quello che (pare) fosse il suo nome indigeno. Fatto sta che gli abitanti sono
52 (cinquantadue) di cui molti dipendenti dell’amministrazione locale.
Sta di
fatto che - in omaggio alla linea “green”, ecologista e progressista del
presidente cileno Gabriel
Boric (famiglia di immigrati croati di inizio secolo scorso e
originario proprio di queste parti) - davanti al piccolo municipio troneggiano
accurati e simpatici trespoli per la raccolta differenziata dei 52 abitanti e
dei pochi turisti che passano di là. Non basta: entrando nell’atrio
noterete un apposito contenitore che raccoglie i tappi delle bottiglie di
plastica per una ulteriore separazione perchè i tappi - si sa - vanno separati
e così valgono di più.
“Chapeau”
per questa attenta scelta pro-natura, peccato che percorrendo i cento metri
scarsi che separano il municipio di Timaukel dalla sua spiaggia che dà sullo
Stretto di Magellano noterete purtroppo migliaia (o milioni) di pezzacci di
plastica, bottiglie, cordami, pezzi di polistirolo e rifiuti vari che arrivano
ogni giorno sulla battigia trasportati dalle forti correnti transoceaniche
riprendendo poi il loro viaggio con l’alta marea. Il dubbio è se non servirebbe
di più cercare di raccogliere almeno una parte di quei rifiuti in transito (ma
non lo fa nessuno) mentre si continuano a collezionare i tappi di plastica.
La stessa
incongruenza l’ho notata ascoltando una interessante conferenza che illustrava
le mirabili imprese di una ditta svizzera che in Islanda (con un “aiutino” di
alcuni milioni di euro) ha costruito uno stabilimento che - tramite ventilatori
- “cattura” l’aria, riuscendo (così si afferma) a recuperarne la CO2 contenuta
che poi viene “sparata” 300 metri sottoterra, liberando l’atmosfera così di
micro-frazioni di CO2. L’eco-stabilimento è in Islanda non perché l’aria è più
inquinata ma perché per far funzionare i ventilatori serve una gran quantità di
energia e proprio lì (e purtroppo solo lì) quella geotermica è praticamente
gratis.
L’ingegnoso
ma costosissimo impianto non deve sembrare una semplice idiozia perché produce
quei “certificati verdi” da vendere sul mercato internazionale, quelli che
permettono poi alle aziende di potersi dichiarare ad “emissione zero”. Quando
ho chiesto – provocando, lo so – quante migliaia di volte di più di CO2
rispetto a quella “aspirata” sia stata naturalmente emessa solo dalla recente
eruzione proprio in Islanda la risposta non è venuta, così come non sono
assolutamente convinto che ci sia solo un rapporto diretto CO2-temperature, ma
questo è un altro discorso, anche se è il “mantra” quotidiano e la vulgata
corrente.
Questi
esempi non vogliono dire che ridurre le emissioni non sia sempre una “buona
pratica”, ma dovrebbero portare a riflettere che – visto che nostra madre terra
è davvero un “villaggio globale” - fornire allora una città indiana o africana
di un depuratore e di un impianto di smaltimento e recupero dei rifiuti (visto
che la plastica buttata in un fiume indiano arriverà prima o poi anche in Terra
del Fuoco), sarebbe molto più utile, climaticamente vantaggioso per l’ambiente
ed economicamente assennato.
Soprattutto
bisognerebbe evitare (o vietare) che ogni 42 ORE in Cina venga inaugurata una
nuova centrale termica a carbone che produrrà migliaia e migliaia di volte CO2
rispetto a quella costosamente “ripulita” in Islanda. Concretezza e buone
pratiche devono essere sempre la priorità, ma non puntando ad un utopico
autolesionismo green, anche se è molto più soave e “chic” illuderci di salvare
il mondo con i tappi di plastica di Timaukel o aspirando – appunto - l’aria in
Islanda.
VERBANIA:
PRIMARIE PD
Riccardo
Brezza, assessore uscente, ha vinto le primarie del PD sconfiggendo di
misura Chiara Fornara.
Nel mese di “campagna elettorale” Brezza ha dimostrato buone qualità oratorie e
di conoscere i problemi cittadini (d'altronde da molti anni, come assessore,
“studia da sindaco”) mentre Fornara ha preso in mano la partita solo all’ultimo
momento contando sulla sua positiva notorietà personale.
L’anomalia
(ma che era già emersa nel 2014) è che rispetto ai 99 iscritti del PD di
Verbania hanno votato in 2314, più primarie di schieramento – quindi – che di
partito, ma la vittoria di Brezza pone ora il problema di chi lo appoggerà già
l’8 giugno perché i potenziali alleati civici non avevano nascosto una maggior
simpatia per Fornara.
Nei
prossimi tre mesi vedremo le sue capacità di aggregazione per tessere una tela
di alleanze personali e politiche senza la quale gli sarà difficile diventare
sindaco, con il rischio che la sua vittoria di domenica diventi una sconfitta
strategica per lo schieramento di sinistra, soprattutto se spunteranno anche
altri candidati.
Credo che
al centro-destra il risultato non dispiaccia visto che – almeno sulla carta –
Chiara Fornara avrebbe potuto più facilmente raccogliere voti personali
trasversali, ma intanto anche il centro-destra rischia di frantumarsi e, se non
ci sarà una convergenza totale su Albertella (da molto tempo autocandidatosi a
sindaco con l’appoggio di civici, Lega e FdI) presentare più candidati
agevolerebbe gli avversari.
In questa
prospettiva è quindi benzina sul fuoco l’annunciata volontà dei partiti a
livello regionale di “assegnare” Verbania ad un esponente di Forza Italia con
il rischio di potenziali spaccature. Credo che la vittoria di giugno
andrà infatti a chi saprà aggregarsi già ai blocchi partenza.
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Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.
Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.