IL PUNTO n. 875 del
19 agosto 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi usate sempre la mail: marco.zacchera@libero.it mentre per leggere i numeri arretrati
de IL PUNTO e altre news le trovate sul mio sito : www.marcozacchera.it
ATTENZIONE:
Da due settimane uso un nuovo sistema per spedire IL PUNTO.
Diversi
lettori che nei mesi scorsi risultavano cancellati e se ne lamentavano con me,
dovrebbero ora nuovamente ricevere le news. Se ciò avviene, grazie per un cenno
di avvenuto ripristino.
Con
l’occasione ricordo che sono molto graditi nuovi indirizzi cui spedire IL
PUNTO (e grazie quindi a chi ha la cortesia di inviarmeli) mentre se ci
si vuole cancellare basta cliccare sul punto indicato in calce alla mail.
Fino a settembre IL PUNTO non uscirà regolarmente ogni settimana, ma sarà
condizionato dall’ attualità.
Ricordo che
comunque IL PUNTO della settimana è visibile sul mio sito www.marcozacchera.it . Grazie dell’amicizia e(soprattutto)
della pazienza!
TABACCI & PAGLIACCI
La
presentazione delle liste è occasione per fare un bilancio di attori e
pagliacci della politica. Per esempio per l’uso furbesco dei regolamenti
elettorali, il passaggio irriverente da gruppo a gruppo, il voler stare sempre
a galla creando legittimamente il dubbio che il bene pubblico non interessi
molto rispetto agli interessi personali.
Vale per i
candidati “paracadutati” nelle più disparate parti d’Italia in vista di un
seggio “sicuro”. Poi ci sono i casi da manuale, per me insopportabili.
Cosa
pensare vedendo il lungo “curriculum” di BRUNO
TABACCI, uno che come un’anguilla si aggira da 50 anni nella
politica italiana?
Tabacci
“nasce” come DC, consigliere comunale nel mantovano fino ad approdare nel 1985
alla regione Lombardia di cui nel 1987 ne diviene presidente.
Nel 1992
approda in parlamento, ma con la crisi DC aderisce al PPI. Sfiorato da
Tangentopoli nel 1994 esce per un po' dalle luci della politica amministrando
intanto cosucce come ENI, SNAM, Autostrade ed Efibanca.
Nel gennaio
1998 torna in politica come vicesegretario dell'UDR di Cossiga, ma uscendone in ottobre per
aderire al CCD di Casini.
Nel 2001
viene rieletto deputato con la “Casa delle Libertà” (AN-FI-UDC) aderendo al
gruppo UDC, ripresentandosi nel 2006. Il 30 gennaio 2008 lascia l' UDC e fonda
il movimento politico “Rosa per l'Italia”, noto come “Rosa Bianca” ma
partecipa comunque alle politiche del 2008 con la lista “ Unione di
centro - UDC”
Rieletto,
il 9 novembre lascia l'UDC e la Rosa per l'Italia per fondare il suo nuovo
partito “Alleanza per l'Italia”. Intanto il 10 giugno
del 2011 è contemporaneamente nominato assessore al bilancio al comune di
Milano nella giunta di sinistra del sindaco Giuliano Pisapia (Rifondazione
Comunista).
Nel
settembre 2012 (era stato eletto deputato di centro-destra!) si candida alle primarie del centrosinistra per la premiership
del PD contro il segretario Pier Luigi Bersani, l’allora il Sindaco
di Firenze Matteo Renzi, Nichi Vendola (SEL) e una consigliera
regionale del Veneto.
Tabacci
ottiene ben l’1,4% dei voti piazzandosi all'ultimo posto tra i 5 candidati. Il
28 dicembre 2012 annuncia la nascita di un nuovo partito:
“Centro Democratico”, che aderisce alla
coalizione di centrosinistra con la quale (all’uninominale e quindi con i voti
di tutta la coalizione di sinistra) nel 2013 Tabacci viene rieletto alla
Camera. Nel 2014 fonda “Per l'Italia - Centro Democratico”.
Il 17
aprile 2014 viene ufficialmente candidato, alle elezioni europee come capolista
del nuovo gruppo “Scelta Europea”, ma non viene eletto
raccogliendo solo lo 0.77%.
Verso fine
legislatura, di fronte al rischio per Emma Bonino di non partecipare con la sua
nuova lista “+Europa” alla coalizione di centro-sinistra
dovendo raccogliere le firme e vedendo a rischio il suo seggio, il 4 gennaio
2018 Tabacci “offre” agli ex radicali il simbolo del suo “Centro Democratico” e
così grazie alla coalizione di centro-sinistra viene rieletto a Milano. Il 23
giugno 2019 è presidente di “+Europa”, ma il 27 settembre dello stesso
anno lascia il movimento tornando al “Centro democratico”..
Il 25
novembre 2020 cambia quindi la denominazione del “suo” gruppo parlamentare (nel
senso che il gruppo è praticamente formato solo da lui stesso) e dopo
l'ingresso di alcuni fuoriusciti del M5S, parte con il “Centro
Democratico-Italiani in Europa”, poi ancora trasformato in
“Europeisti-MAIE-Centro Democratico”. Finita l'esperienza del governo
Conte, con la nomina di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio,
Tabacci viene addirittura nominato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio con delega al coordinamento della politica economica, carica che
mantiene tuttora.
Il 19 marzo
2021 ottiene anche la delega alla gestione delle politiche per lo spazio a cui
deve rinunciare il 5 agosto a seguito di uno scandalo che vede coinvolto il
figlio Simone “sistemato” in Leonardo-aerospazio spa.
Due mesi fa
ecco il bis del 2018 con il "dono" a Luigi Di Maio il simbolo del Centro
Democratico, fondamentale per formare al Senato il Gruppo Parlamentare composto
da 11 senatori "dimaiani" scissi dal M5S (e quindi non dovendo
raccogliere firme per presentare le liste) riunitisi nella formazione “Insieme
per il Futuro". Ora l’adesione al “cartello” di Enrico Letta per correre
insieme al Partito Democratico il prossimo 25 settembre. Il resto alla prossima
puntata, per la felicità questa volta di chi vota PD.
LOTTI & CASINI
Polemiche
per l’esclusione di LUCA LOTTI dalle liste PD con il deputato che accusa
(insulta) Letta di averlo “fatto fuori” per la sua vicinanza con Renzi. Nessuno
che abbia piuttosto sollevato un altro aspetto, secondo me ben più grave: ma è
moralmente ricandidabile un parlamentare quando viene pescato ed intercettato a
comprare e vendere candidature di Magistrati, come è avvenuto proprio per
Lotti? Uno che è stato indagato e rinviato a giudizio per favoreggiamento e
rivelazione di segreto istruttorio in un'inchiesta su appalti Consip oltre che
essere accusato di finanziamento illecito continuato e rinviato a giudizio solo
quattro mesi fa? Il problema non è politico, ma prima di tutto di decenza,
eppure non se lo pone nessuno.
Altra
nemesi storica la candidatura di PIER FERDINANDO CASINI a Bologna sempre per il
PD e l’estrema sinistra. Secondo Letta, Casini “Rappresenta una
"voce" a difesa della Carta Costituzionale che il centrodestra
potrebbe volere cambiare” Ma come, anche Casini era per il presidenzialismo –
quando gli conveniva – ovvero quando era un leader della “Casa delle Libertà”…
Che incongruenza!
BENEDETTI (DE)
“Mai finora avevamo vissuto il rischio di
uscire dalla nostra collocazione internazionale, di rompere le nostre alleanze
storiche. Corriamo il pericolo più grave nella storia della Repubblica. La
vittoria della destra alle prossime elezioni sarebbe una catastrofe. La nostra
destra è biecamente fascista e nazionalista. Salvini è un personaggio da bar.
La Meloni ha detto in sostanza: abbasso Bruxelles, viva le nazioni. Il suo
modello è Orbán. Con lei alla guida, l'Italia diventerebbe come l'Ungheria. So
per certo, dalle mie fonti nel Dipartimento di Stato, che l'amministrazione
americana considera orripilante la prospettiva che questa destra vada al
governo in Italia». (Carlo de Bendetti- Corriere della Sera)
Mi sa che
certa gente abbia una fifa blu di finire con il sedere per terra, anche perché
poi magari non ci saranno per sempre i soliti Magistrati a correre in soccorso.
Leggetevi su Wikipedia il curriculum del Maestro (nel senso massone del
termine) e - se comunque votate a sinistra – riflettete un secondo su questi
ingombranti compagni di viaggio…
PIROMANI
Per una
volta, finalmente, l’hanno beccato: un drone silenzioso ha permesso di
individuare dal cielo, in Calabria, un tizio che in sandali e maglietta
accendeva accuratamente alcuni falò ai margini di una pineta che di lì a poco
prenderà fuoco.
Immagini
inequivocabili, uomo denunciato, ma subito a piede libero.
Innanzitutto
non si capisce perché di questo delinquente non debba esserne date
pubblicamente le generalità: la “privacy” non regge quando serve a tutelare uno
dei tanti (troppi) responsabili del disastro dei nostri boschi: deve valere per
tutti i reati quando gli autori sono colti in flagrante: la vergogna sociale è
una doverosa ed equa pena accessoria alla spesso aleatoria condanna penale.
Sui piromani,
poi, il nostro codice è assurdamente tollerante e lo spiattellare in pubblico
nomi e cognomi sarebbe un deterrente ben maggiore dalla (lieve) pena che viene
di solito comminata per i pochissimi colti sul fatto. E i danni ambientali? I
piromani dovrebbero sempre rispondere non solo penalmente, ma anche
patrimonialmente dei danni da loro volutamente provocati: anche questo sarebbe
un deterrente se effettivamente venisse applicato. L’omertà non paga,
l’ambiente distrutto sì, mandando in fumo un patrimonio di tutti.
SUSSIDIARIO E FORMICHE
Vengono spesso pubblicati
dei miei articoli sui quotidiani on line IL SUSSIDIARIO e FORMICHE. Se siete
interessati, cercatemi come “ilsussidiario+zacchera”
e
“formiche+zacchera”: dove potrete leggere i miei articoli più
recenti oltre quelli precedenti.
UN SALUTO A TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE ! MARCO ZACCHERA



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.
Sono stato educato in una famiglia profondamente cattolica, ma molto aperta al mondo e quindi già da bambino ho sentito sempre forte il senso della responsabilità.
Da ragazzo sono stato per molti anni uno scout e per stile di vita ho sempre percepito così una attenzione particolare alla natura, all’impegno sociale, al mio prossimo.
Mi sono laureato alla Bocconi in economia aziendale, ma ho lavorato già da giovanissimo negli alberghi di famiglia e poi svolto attività diversissime tra loro ma appassionanti anche perché non mi piace mai stare con le mani in mano.
Dal giornalista al pescatore professionista, dall’assicuratore a gestire alberghi ed aziende visto che sono poi diventato dottore commercialista e revisore contabile.
Amo gli sport (sono stato per tanti anni arbitro di calcio e ancora adesso appena posso vado a pescare sul mio lago o in giro per il mondo) ho compiuto centinaia di immersioni subacquee e poi paracadutismo, parapendio, rafting e rally automobilistici fino al settembre del 2005 quando mi sono rotto la schiena andando fuori strada durante un rally in Valdossola.
C'è da poi la politica, la mia grande passione. Ho cominciato da ragazzino nella "Giovane Italia" e nel "Fronte della Gioventù" e poi nel MSI-DN, in Alleanza Nazionale e infine nel PDL, almeno finchè è esistito. Oggi sono uno dei tanti elettori di destra amareggiati e delusi, che sperano che si torni ad organizzare qualcosa di nuovo e di rinnovato in un centro-destra che è diventato diviso e rissoso, ombra di sé stesso.
Ricordo sempre con orgoglio che nella mia vita mi sono candidato 20 volte nelle più diverse elezioni e che sono stato eletto venti volte su venti: non so quanti altri possano dire altrettanto.
Nella mia famiglia si discuteva tanto di politica anche perché siamo cinque fratelli con cinque idee diverse (estrema sinistra compresa), con mio padre che invece era sempre stato democristiano. Sono cresciuto così nella cultura del dibattito e del confronto, in casa come a scuola, e già da ragazzo guidavo assemblee studentesche in aperta e continua dialettica contro la maggioranza degli studenti che nella mia scuola allora era nettamente di sinistra. Non ho mai partecipato ad episodi di violenza, anche se più di una volta ho sicuramente rischiato anche fisicamente per le mie idee.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
A parte questi incarichi - e anche se ho ormai terminato questa lunga esperienza - continuo davvero a mettercela tutta soprattutto cercando di stare sempre vicino ai problemi della gente.
Ogni giorno ne scopro di nuovi, dalle piccole questioni personali ai grandi problema della nostra Italia e credo sia un punto d’onore impegnarsi concretamente e con onestà per cercare di risolverne qualcuno toccando con mano preconcetti, sprechi e ingiustizie, qualsiasi sia il ruolo che possiamo ricoprire nella società.
Per questo da oltre quindici anni ogni settimana edito "IL PUNTO", un foglio via mail di notizie ed informazioni che mi permettono di spaziare sul mondo e sostenere le mie opinioni a diretto contatto con migliaia di lettori. (chi lo volesse ricevere mi contatti su marco.zacchera@libero.it)
Per darsi da fare bisogna a volte prendere posizioni scomode o controcorrente, spesso non comprese e contro le quali vi è a volte preconcetto, ma ne vale sempre la pena perché alla fine gli Ideali veri non sono una utopia, ma devono davvero essere traccia e obiettivo di vita.
Per questo mi sento un cristiano semplice, che cerca di essere coerente e che crede che il Vangelo ci possa insegnare molto nella vita di ogni giorno, concretamente e ricordando soprattutto quella parabola dei "talenti" che nella vita vanno poi restituiti, almeno raddoppiati, prima della fine del viaggio.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In quasi 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica. Anzi, spesso mi sono trovato maggiormente in sintonia proprio con avversari che non all’interno del mio sempre più malandato schieramento politico dove abbiamo fatto tanti errori, soprattutto quello di non aver proseguito con linearità e serietà il progetto di Alleanza Nazionale, secondo me il più autentico per dare alla Destra non solo un volto moderno e democratico, ma soprattutto capace di offrire e proporre alla nazione alcune idee di fondo di rinnovamento politico e sociale. Purtroppo volevamo cambiare il mondo e troppe volte (in peggio) siamo invece cambiati noi.
Anche per questi motivi e poiché volevo personalmente mettermi in gioco nel giugno 2009 mi sono candidato a sindaco della mia città dove mi hanno eletto con oltre il 54% dei voti al primo turno, primo sindaco di centro-destra a Verbania dopo 64 anni di sindaci e giunte sempre di sinistra o di centro-sinistra.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
Chissà quando mai la "giustizia" degli uomini – alla quale invano mi ero rivolto - mi darà ragione. Per me il peso è di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me, mentre io invece non sono stato in grado di portare a termine il compito che mi avevano affidato, passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho scoperto in questi mesi che ci sono comunque tanti altri modi di impegnarsi per aiutare il prossimo ed è quello che cerco di fare, per esempio collaborando con le iniziative della Fondazione Comunitaria del VCO.



Intanto sono tornato a pescare sul mio lago e quando vedo le albe ed i tramonti - che spesso sul Lago Maggiore sono fantastici - mi considero sempre davvero un privilegiato, anche e soprattutto perché ho la fortuna di poter vivere quei momenti. Quando calo le reti in mezzo al lago mi ritrovo a fare gesti antichi come quelli dei miei nonni e dei miei avi e allora mi sento libero e felice nel profondo. A queste cose ho dedicato "Nelle reti del tempo", un libro di storia per ricordare come si viveva sul Lago Maggiore nei secoli scorsi.
In questi ultimi anni ho scritto diversi libri: “ Inverna” e “Gente di Lago” che vogliono essere un omaggio alla mia terra mentre “La Moscheruola” racconta com’era l’Italia della mia giovinezza.