IL PUNTO n. 1015 DEL 26 SETTEMBRE 2025
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
AI LETTORI,
ogni
settimana molti indirizzi “spariscono” anche se gli invii ci risultano
regolari. Se capitasse anche a voi di non ricevere più IL PUNTO informateci,
ricordando che i testi sono comunque sempre visibile già il venerdì sul mio
sito www.marcozachera.it
Grazie
anche a chi invierà nuovi indirizzi di potenziali lettori.
FLOTILLA
Se la
“Flotilla” che da settimane è in crociera verso Gaza avesse veramente lo scopo
di aiutare la popolazione civile, anziché spendere tanti soldi in “show”
avrebbe noleggiato una nave, raccolto infinitamente di più in aiuti umanitari
depositandoli a Cipro e di lì organizzando il trasporto a Gaza in modo controllato
e sicuro. Invece lo scopo della gita è ovviamente di scatenare polemiche, fare
ogni possibile vittimismo con la più ampia copertura mediatica possibile
(eliminando i giornalisti sgraditi, come si è visto). Così anche la generale
indignazione per quello che succede a Gaza viene sapientemente manipolata e
tramutata in speculazione e
strumentalizzazione politica. E guai ben maggiori arriveranno, statene certi.
BASTA ODIO, PRESIDENTE!
Caro
presidente Trump.
Non mi sono
proprio piaciute le Sue parole di odio contro l’assassino al funerale di Charlie Kirk,
l’attivista repubblicano ucciso negli USA due settimane fa. Ho piuttosto
apprezzato le parole della vedova che ha perdonato, perché l’odio fa perdere,
sempre. L’odio verso il prossimo non può far crescere il mondo, ma lo
distrugge. Vale per il “diverso”, il clandestino, l’avversario politico, la
nazione vicina. Odiare – lo spieghi al suo amico Netanyahu - porta solo
alla morte e a far crescere altro odio che alla fine ti distruggerà. Che senso
ha odiare, fa forse resuscitare Kirk? No, come puntare tutto sulle divisioni e
le rappresaglie affosserà anche l’America. Si odia già troppo nel mondo,
purtroppo spesso anche in nome della religione, ma allora è inutile parlare di
pace e chi poi si dice cristiano – di qualsiasi osservanza, quindi vale anche
per Lei – ha l’obbligo morale di essere un esempio, altrimenti che razza di
cristiano è?
LA PACE VIOLENTA(TA)
Vogliamo
parlarci chiaro, senza tanti giri di parole? In Italia c’è una minoranza della
minoranza alla quale non interessano nulla le idee o i motivi di una qualsiasi
protesta pur di scendere in piazza, spaccare tutto e fare a botte con la
polizia.
Protestare
per la situazione di Gaza non solo è legittimo, ma anche doveroso vista la
situazione internazionale. Se Israele si permette di fare
quello che vuole senza minimamente tener conto dei diritti delle popolazioni
civili innocenti può essere ben comprensibile la volontà generale di
manifestare e scendere in piazza, ma questo diritto non c’entra nulla con chi
evidentemente lo fa con ben altri scopi.
Che siano
la TAV, le pensioni, gli alloggi, la scuola, gli immigrati, Gaza, la Palestina
o qualsivoglia altra motivazione c’è regolarmente la presenza - tra la folla di
chi protesta in modo pacifico - di gruppi che intruppano insieme non solo
frange estremiste ma anche “maranza”, balordi e casinari vari. Nel caso della
Stazione Centrale notati anche i “residenti” senza fissa dimora che bivaccano
nelle vicinanze. Questa
volta si sono anche infiltrati (particolare più o meno censurato) giovani wokizzati spesso di origine musulmana e
immigrata, in lotta contro le istituzioni che rappresentano un potere percepito
come illegittimo, ostile e oppressivo in una lotta strutturata dall’odio per
l’Occidente, i suoi principi e il suo universo simbolico.
Un aspetto
da tenere d’occhio se non vogliamo finire come in Francia.
Così come
sarebbe giusto far notare come di solito a spaccare tutto non sono quelli che
urlano “viva il Duce”
oggetti di mille polemiche ma il loro esatto contrario, ovvero antifascisti
D.O.C. anche se solo quando superano il segno ricevono i tardivi distinguo di
certe forze politiche – vedi la Schlein
– mentre invece i ponti andrebbero chiariti e tagliati prima e non dopo i
disastri degli ultrà.
E’ poi
inaccettabile che il bilancio degli scontri di Milano davanti alla Stazione
Centrale (i più violenti registrati da anni in città) sia stato di 60 agenti feriti e solo 10 dimostranti
fermati: va bene la tolleranza, ma bisogna che inquirenti e
giudici difendano la gran parte dei cittadini che possono perfino condividere
le motivazioni delle proteste (più del 60% degli italiani ritiene giusto
riconoscere un qualche modo uno stato palestinese) ma non devono sopportare la
conseguenza delle violenze e degli inutili blocchi stradali e ferroviari.
Cosa
c’entrano, per esempio, Gaza e la Palestina con l’ormai consueto blocco della
tangenziale di Bologna, l’assalto alla Stazione Centrale o bruciare le foto
della Meloni?
Quindi non
serve solo il coro consueto del “basta violenza” (come subito ripetono tutti i
leader politici), ma bisogna avere il coraggio di dimostrarlo cauterizzandone
le radici e i contatti proprio perché - alla fine - si tratta sempre della
stessa gentaglia, ovvero di alcune migliaia di persone che si spostano ovunque
ci sia da fomentare disordini, concludendo i festeggiamenti spaccando vetrine e
tirando bottiglie (o peggio) ai poliziotti.
Oltretutto,
se l’ormai consueto sciopero settimanale del venerdì di Mr. Landini ha una
ormai evidente motivazione politica (ovvero creare visibilità personale al
leader della CGIL ai fini della prossima resa dei conti all’interno del PD) è
giusto anche pensare a quei milioni di cittadini che per i blocchi degli
scioperi “politici” perdono il lavoro, le giornate, il diritto a spostarsi con
i servizi pubblici.
Ottima in
questo senso la proposta di Matteo
Salvini ad obbligare a un deposito cauzionale-assicurativo gli
organizzatori delle manifestazioni. Anche se dimostrassero poi la loro
estraneità ai violenti saranno comunque tenuti ad avere un sistema di maggiore
controllo e un proprio servizio d’ordine: un’ ottima spinta a isolare gli
estremisti.
IL COMMENDATOR PESKOV
Avete
presente il portavoce di Putin, quello con i baffetti e il viso da furbetto,
rubicondo e con la zazzera bianca? Si chiama DMITRIJ PESKOV e il 10 aprile 2017 (c’erano
già la Crimea occupata, le sanzioni alla Russia, la guerriglia nel Dombass) è
stato personalmente insignito al Cremlino dal presidente Sergio Mattarella
dell’ onorificenza di Commendatore
al merito della Repubblica italiana. Lo è tuttora, insieme ad
una trentina di alti burocrati putiniani e gerarchi russi. Imbarazzante, vero?
Allora meglio non parlarne...
ILARIA SALIS
Come
previsto, il voto segreto (13 a 12) ha permesso ad Ilaria Salis di vedersi
confermata l’immunità parlamentare europea, anche se le violenze cui ha
volutamente partecipato erano avvenute PRIMA della sua elezione a Bruxelles.
Credo che
dovrebbe però essere almeno processata perché sono reati gravi, poi se
l’Europarlamento confermerà l’immunità sconterà semmai la pena a fine mandato,
ma non processarla (a parte la “santificazione”) è assurdo, tanto più che è una
pregiudicata recidiva con già due condanne definitive alle spalle per azioni
violente passate in giudicato, particolare dimenticato dalla stampa
progressista.
Certo che
solo l’insipienza della giustizia magiara che l’ha fatta arrivare due volte in
ceppi in aula (misura assurda, inutile e medioevale) ha potuto trasformare in
eroina una “signora nessuno” e (peggio) addirittura in Eurodeputata.
REATI
Il
borseggio è un reato considerato “minore” ma invece proprio non lo è, e non
tanto per il furto dei soldi ma dei documenti senza i quali una vacanza diventa
un incubo. In alcune località turistiche è una piaga dilagante ed è incredibile
il danno economico e di immagine che si ripercuote sul nostro paese. Eppure,
nonostante che i borseggiatori seriali vengano spesso acciuffati e condannati,
sono regolarmente rimessi subito in libertà e se stranieri (sono quasi tutti
balcanici e zingari, non me ne frega nulla se scrivendolo sarò considerato
razzista, perché è solo la sacrosanta verità) si guardano bene dall’ottemperare
alle espulsioni ed ai fogli di via, continuando regolarmente nelle stesse città
a “lavorare”. E’ ignobile che una borseggiatrice che nei giorni scorsi ha
pestato in maniera grave una turista americana a Venezia che si era accorta del
borseggio ed aveva reagito sia stata solo denunciata a piede libero e NELLA
STESSA GIORNATA sia stata fermata un’altra volta per lo stesso reato sempre a
Venezia. C’è chi ha il record di 50 denunce a piede libero e nessun giorno di
galera. Ma perché questa superficialità, lassismo, menefreghismo assoluto dei
giudici per questi delinquenti?
GIORGIO
RAMELLI
Sabato 4
ottobre alle ore 18 presso la sala della SOMS di Via De Bonis 36 a Verbania
Intra, presenti gli autori Guido Giraudo e Andrea Arbizzoni, sarà presentato il
libro SERGIO RAMELLI, UNA STORIA CHE FA ANCORA PAURA a cura del gruppo “Cultura
e Tradizione” di Verbania. Ingresso libero.
BUONA
NOTIZIA.
L’Italia ha
ottenuto per la prima volta dopo decenni conferma da Fitch di un “upgrade” da
parte della finanza internazionale (con conseguenza pratica la riduzione degli
interessi sul debito pubblico) passando a BBB+ ma questa buona notizia e stata
subito dimenticata e tolta dalle cronache perché “pro Meloni-Giorgetti” mentre
è invece segno concreto di buongoverno e stabilità.
BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.


