Presentazione di CIAO SINDACO - Il sito di Marco ZACCHERA

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Presentazione di CIAO SINDACO

I miei libri


CIAO SINDACO


Questo libretto l’ho scritto per i miei amici e per le tante persone che mi sono state vicine nel momento in cui ho deciso di dimettermi da sindaco della mia città.
Il tempo dirà se sia stata o meno una decisione saggia, ma prima che inesorabilmente  si cancellino i ricordi ho pensato di raccogliere una parte delle oltre 600 lettere, mail o messaggi che ho ricevuto a commento della mia decisione.
Ne ho fatto una cernita solo per tenere insieme i pensieri un po’ più strutturati e che non si limitassero solo a frasi - magari gentili - ma di poche battute, mentre purtroppo non ho potuto invece ovviamente trascrivere alcune belle telefonate che soprattutto avversari politici hanno avuto la gentilezza di farmi.
Vorrei insomma che restasse almeno una traccia di queste settimane e che i miei nipoti potessero un domani ricordarsi meglio di che cosa io abbia cercato di fare per la nostra comunità.
Leggerete tra queste righe spesso molta amicizia, ma anche numerose critiche per la mia scelta da parte di chi non l’ha condivisa. Sono in gran parte mail o lettere scritte di getto all’annuncio delle mie dimissioni, che ho lasciato senza filtri né correzioni mentre volutamente  non ho inserito quelle che ho poi ricevuto nelle settimane più recenti quando, passata l’attualità, ho avuto modo di approfondire con amici e lettori il mio pensiero spesso con lunghi scambi di mail ma che devono restare più intime o riservate.
Resta in me la consapevolezza di una scelta criticabile ma presa anche con la serena convinzione di aver fatto quello che ritenevo giusto per la città e soprattutto di dare la possibilità di un avvio ad un dibattito serio sul nostro futuro e sulla necessità che le menti più aperte e senza paraocchi cerchino – per lo meno – di parlarsi a vicenda.
Credo che - come a livello nazionale si cercano per stato di necessità letture comuni dopo le elezioni politiche di febbraio che sono finite senza vincitori assoluti -così anche a livello locale sia necessario cercare di mettere insieme, almeno per discutere, quelle persone che più forte sentano la necessità di condividere rispetto alla prassi della polemica quotidiana che ha fatto il suo tempo e – vista anche la gravità della crisi -  francamente ha stufato un po’ tutti.
Una volta di più ribadisco che non si tratta di voler “inciuciare”, verbo ormai sinonimo di chissà quale pasticcio, ma più semplicemente -  mantenendo ciascuno la propria opinione  e la propria identità politica – di sforzarsi di affrontare insieme problemi che superano le logiche della contrapposizione, un atteggiamento che a volte preconcettamente chiude ogni tipo di confronto.
Affermare questa priorità significa iniziare un discorso lungo e difficile che non tutti oggi capiscono e condividono, ma essere stato sindaco dopo una lunga vita parlamentare mi ha fatto capire più nel profondo quanto sia invece necessaria un’intesa o almeno – appunto – una condivisione su temi specifici. Una cittadina complessa come Verbania può reggersi solo se le persone più illuminate, qualsiasi sia la loro opinione politica, troveranno il coraggio di parlarsi, di intendersi, di provare almeno a  cercare  linguaggi comuni.
Questo libretto, specchio dell’ attualità,  alla fine diventa però anche una chiave di lettura di come la gente normale intenda la politica e sottolinea il distacco sempre più forte e a volte drammatico con chi la vive come professione allontanandosi però sempre di più dai problemi della gente: un processo di autodistruzione che va affrontato o a crollare andrà l’intera comunità incapace oggi di esprimere guide condivise.
Penso che dalle mail e lettere pubblicate traspaia – e di questo ringrazio – una certa stima nei miei confronti. Per me ha significato che,  tirando le somme di una vita, non tutto sia da buttare e che resterà almeno la traccia di quanto ho cercato di seminare e che  magari in futuro sarà capita e condivisa da qualcuno: non è poco, perché non so quanti politici possano tracciare un bilancio come il mio (o ricevere lettere come quelle qui pubblicate), anche se sicuramente hanno fatto  molta più carriera  di me.
Leggendo scoprirete parole di persone semplici ma non troverete invece lettere o messaggi dei vip, quelli (o quelle) che vedete ogni giorno in televisione o che debordano dai giornali. Eppure ne ho conosciuti e frequentati tanti, ma (evidentemente ricambiato) non li ho mai amati e quindi è logico che a loro non interessi nulla di un ex collega che era sparito nell’anonimato per essere “sceso” ad amministrare “solo”  la propria città.
Questione di punti di vista: per me questi quattro anni da sindaco di Verbania  hanno contato molto di più di 18 anni e cinque legislature in Parlamento perché non solo sono stato ancora di più tra le gente, la “mia” gente, ma perché ho potuto toccare con mano le difficoltà e i problemi delle singole persone.
Credevo di conoscerle bene stando sempre in giro per il mio collegio (e chissà quei colleghi parlamentari che sul territorio non ci andavano mai...) e invece è stato solo approfondendo molto di più le specifiche questioni che ho cominciato a capire fino in fondo che cosa significa per esempio ritrovarsi a vivere perdendo le certezze economiche che – magari per tanti anni – ti avevano accompagnato per una vita abbastanza tranquilla.
Così come grazie a questa esperienza voglio continuare ad interessarmi di nuovi problemi ed emergenze sociali (dal gioco d’azzardo all’usura, all’integrazione ai problemi delle nuove cittadinanza) che vengono affrontati in modo superficiale e demagogico, spesso senza conoscere a fondo le questioni. Su questo ho cercato di dare dei segnali, chissà se verranno compresi.
Queste righe sono dedicate anche per ringraziare i miei ex collaboratori  dipendenti comunali che molto spesso - dopo un comprensibile periodo di prudenza – mi hanno dimostrato fiducia e collaborazione: non era sempre facile sceglierlo, viste anche le mie opinioni politiche, ma credo che con molti sia nato un reciproco apprezzamento molto sincero. I saluti valgono anche  per chi mi era politicamente vicino ed a quanti avevo affidato compiti diretti di collaborazione, persone che a seguito delle mie dimissioni hanno perso la loro posizione. Per alcuni mi è spiaciuto veramente perché proprio non se lo meritavano, avendo lavorato con scrupolo e dedizione. Per altri credo invece che sia stato un utile bagno di umiltà magari accorgendosi troppo tardi che quel matto del sindaco forse andava ascoltato (ed apprezzato) un poco di più. Per tutti (e anche per me) quella appena trascorsa  resta comunque una esperienza importante con luci ed ombre ma – lo ribadisco ancora una volta – con la serena consapevolezza di aver cercato di fare sempre e volontariamente quello che ritenevo fosse semplicemente il mio dovere.
Marco Zacchera
Per richiederlo: marco.zacchera@libero.it

Verbania, maggio 2013


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