IL PUNTO n. 1009 del 11 luglio 2025
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
ATTENZIONE: Anche quest'anno, come ogni estate, TRA
META’ LUGLIO E META’ SETTEMBRE “IL PUNTO” USCIRA’ OGNI DUE SETTIMANE.
CI RISENTIREMO QUINDI INTORNO AL 26 LUGLIO e salterà il numero di
venerdì prossimo.
URSULA ALLA CONTA
Tre anni fa
su IL PUNTO sottolineavo l’opacità di Ursula
Von der Leyen sulla sua gestione dei vaccini COVID acquistati
“privatamente” con Pfizer. Passo dopo passo i dubbi sono aumentati e siamo
arrivati ad una mozione di sfiducia presentata contro di lei
all’Europarlamento.
Ovviamente
mozione respinta (servivano i 2/3 dei voti) ma profonde crepe e dissidi
all’interno della sua maggioranza confermati dai soli 360 voti (su 719 parlamentari)
che l’hanno appoggiata (un anno fa raccolse 401 voti) bocciando la mozione
Soprattutto si è buttato tutto in politica dimenticando la
“sostanza”, con l’accusa di Von der Leyen ai suoi critici di essere
“estremisti”, “nemici dei vaccini”, “antieuropei” e “amici di Putin”.
Cosa c’entrava? Nulla! mentre ancora una volta la Presidente non
ha chiarito cosa trattò nelle sue misteriose, personali e riservate trattative
dirette con il CEO di Pfizer costate all’Europa centinaia di milioni di Euro e
relativi messaggi "privati" che risultano “spariti”.
Immaginatevi
se una leader di destra e non di centro-sinistra fosse stata accusata delle
stesse reticenze, ma anche in Europa le cose NON sono trasparenti ed è triste
vedere come la Magistratura europea – implacabile contro la Le Pen - sia così
poco interessata ad accertare la verità se si toccano i vertici.
IO STO CON I CARABINIERI
Da che
parte sta la Procura di Milano?
Ricordate
l’inseguimento notturno di 8 chilometri di due delinquenti su uno scooter in
piena notte per le vie di Milano il 24 novembre scorso, finito con la tragica
morte di uno dei due, Ramy
Elgami, che (senza casco) si è schiantato contro un semaforo?
Come non
rimanere incerti, allibiti, indignati davanti alla notizia che – smentendo
perfino le conclusioni del proprio consulente tecnico ! - i titolari del
fascicolo, i pm Giancarla
Serafini e
Marco Cirigliano, hanno annunciato la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale
a carico del carabiniere alla guida della
volante per non aver rispettato integralmente l’articolo 177 del codice della
strada, mentre la stessa relazione del consulente tecnico della Procura
sosteneva appunto che “l’operato del conducente dell’autovettura dei
carabinieri nell’ambito dell’inseguimento” risultava “essere stato conforme a
quanto prescritto dalle procedure in uso alle forze dell’ordine”.
Per la
Procura, invece, il carabiniere alla guida della volante stava troppo
vicino allo scooter, ovvero “a meno di un metro e mezzo nel tratto finale a 55
chilometri all’ora, e dunque a una distanza inidonea a prevenire collisioni con
il mezzo in fuga” quando l’amico di Ramy fece “un’improvvisa manovra a destra
in direzione della rampa pedonale”. In quel momento vi fu l’urto tra la parte
posteriore destra dello scooter con la fascia anteriore del paraurti dell’auto
dei carabinieri che arrivava da dietro, impatto che provocò lo “slittamento del
motociclo e lo sbalzo mortale di Ramy contro il semaforo”. La prima domanda che
si pone una persona normale e come poteva sapere il carabiniere che lo scooter
avrebbe sterzato, la seconda come avrebbe potuto inseguirlo a distanza visto
che i due si infilavano nelle vie contromano, salivano sui marciapiedi e
passando con i semafori rossi. Inoltre i p.m. sottolineano “che il carabiniere
avrebbe dovuto calcolare la condotta avventata del conducente dello scooter e
la natura stessa del motociclo inseguito, l’alta velocità e la durata
dell’inseguimento, proseguito per ben otto minuti dal centro di Milano al
Corvetto”. Tutte variabili destinate “a inficiare le capacità” del carabiniere
“di concentrazione nella guida e di reazione, e le capacità frenanti del
veicolo”.
E quindi se
uno che scappa per 8 minuti viaggiando contromano inseguito da tre pattuglie
dei carabinieri, non si ferma all’ alt, diventa un pericolo pubblico per chi
fosse stato in giro a quell’ora, ha in tasca refurtiva ecc. se si schianta è
colpa degli inseguitori, anche magari l’avessero toccato?!
E questa
per la Procura di Milano sarebbe giustizia? Questo – almeno secondo la mia
personale opinione – è autentico disprezzo verso il sacrificio quotidiano delle
Forze dell’Ordine, un incentivo a “lasciar perdere”, a non rischiare vita e
carriera: meglio non vedere, non sentire, stare quieti. Ma chi pensa – una
volta di più – ai diritti dei cittadini che avrebbero il sacrosanto diritto di
essere difesi? E ai rischi che quotidianamente si assumono (insensati!) le
Forze dell’Ordine?
Negli USA –
spesso tanto disprezzati dai media - se per qualche motivo sei inseguito da
un’auto della polizia con la sirena e le luci accese tu accosti e ti fermi, se
non ti fermi da quel momento sei considerato in fuga e gli agenti possono
legittimamente spararti. Tranquilli: si fermano tutti, subito, altro che otto
chilometri di inseguimento!
MILANO – TEHERAN
Ma vi
sembra normale che a Milano per la festa musulmana sciita della Ashura sfilino
gli uomini e poi le donne, separatamente e chiuse in una specie di serraglio,
circondate da teloni neri? Eppure non ho sentito fiatare o protestare nessuna
esponente femminista o LGBTQIA+
IL CALDO E’ POLITICA
Ormai il
metodo è collaudato: se fa caldo è la terra che si infiamma, se ci sono gli
incendi la colpa non è dei piromani ma dell’autocombustione, se c’è un
temporale è il clima che è impazzito (come se costruire condomini a
Bardonecchia sul greto del torrente sia colpa del cambiamento climatico) tra
“celle” e “super-celle” temporalesche. Il meteorologo Rossi (“Il meteo.it”)
addirittura pontifica: “il
caldo africano è pronto a trasformare l’Italia in una sorta di forno a
cielo aperto” Evvvaiii…
Sono stati
pubblicati articoli demenziali, per esempio che in Italia ci sarebbero stati
migliaia di morti per l’ondata di calore degli ultimi 10 giorni di giugno, 317
solo a Milano.
Molti
quotidiani (compreso il Corriere della Sera) hanno riportato esattamente tutti
lo stesso testo. Testualmente: “Secondo
gli scienziati circa 1.500 dei 2.300 decessi da calore stimati in Italia,
ovvero il 65%, sono il risultato del cambiamento climatico, il che significa
che il bilancio delle vittime è triplicato dall'impatto della combustione di
combustibili fossili. A Milano si stimano 317 decessi da caldo causati dal
riscaldamento globale…”
Nel
guazzabuglio delle contraddizioni dei dati pubblicati la cosa strana è che né
l’ufficio anagrafe di Milano né l’Istat hanno ancora pubblicato i dati sui
decessi di giugno 2025 quindi si dovrebbero almeno comunicare le fonti visto
che – come ha pubblicato il senatore della Lega Claudio Borghi – l’anagrafe del comune
di Milano non ha segnalato scostamenti dalla media e 317 morti “extra”
avrebbero causato un putiferio.
Possibile
che nessuna fonte di stampa abbia verificato i dati prima di pubblicarli?
E’ invece è
andata proprio così, un esempio di “informazione dopata” e preconcetta, basata
su dati falsi e non verificati nella realtà.
Guarda
caso, però, appena scatta l’allarme caldo immediatamente l’Europa si sveglia
riproponendo il tema delle emissioni di C02 che ultimamente erano un po' in
ribasso rischiando di mandare a fondo la maggioranza della Von del Leyen tra
sinistra-centro-verdi.
Procedura
di indottrinamento classico: uno, due, dieci articoli quotidiani su ogni
testata e servizi in TV per dimostrare che il clima è drammaticamente mutato e
siamo in emergenza finché cade ogni barriera di scetticismo e a volte perfino
di buonsenso.
Certamente
la terra si sta riscaldando, ma si pone sempre a confronto il picco di minime
di metà ‘800 quando era in corso una mini-glaciazione e non si racconta che Annibale passò le Alpi
in ottobre con i suoi elefanti semplicemente perché 2200 anni fa faceva più
caldo di adesso e non c’era neve neppure in quota, così come solo 15.000 anni
fa il Lago Maggiore non esisteva perché era ancora un grande ghiacciaio.
Concatenando
cosi automaticamente e ogni giorno solo le emissioni di CO2 al caldo, si
auto-giustificano però le proposte europee per misure impopolari e costose che
porteranno comunque a risultati minimi.
Questo
perché il 93% del pianeta (alla fine la UE conta appunto solo circa il 7%) si
guarda bene dall’affrontare la calura con lo stesso cipiglio.
Oltre alla
“liberalizzazione” di Trump, in
Cina solo quest’anno (fonte: Global Energy Monitor) sono state approvate
centrali a carbone per produrre almeno 106 gigawatt (GW) dopo la costruzione di
70 GW nel 2023: viene in pratica avviata una nuova centrale a carbone ogni
settimana! Su queste cose CONCRETE però non si scandalizza nessuno.
Non è
perché gli altri si comportano male che dobbiamo farlo anche noi, ma occorre un
giusto equilibrio e sapersi imporre anche a livello internazionale, altrimenti
non servono a nulla i nostri maggiori costi e sacrifici.
Soprattutto
il degrado del pianeta non è solo per la CO2 (un “pallino” che nasconde anche
grandi interessi economici) ma nello sfruttamento e sciupio delle risorse
naturali, nella pesca eccessiva, nell’uso di pesticidi e spreco di acqua, nel
taglio sconsiderato di foreste, nel consumismo esasperato ecc. ecc.
PS: Quanta
CO2 hanno emesso negli stessi giorni del gran caldo l’Etna e lo Stromboli in
eruzione, con una grande nube di fumo visibile anche dai satelliti?
LA BUONA NOTIZIA: IL 90° del DALAI LAMA
Il Dalai Lama ha compito 90
anni e i video lo ritraggono ancora in discreta salute.
Una figura
luminosa per il mondo con tanti dubbi su chi gli succederà viste le pressioni
esercitate dal governo cinese per scegliere direttamente il suo successore.
Tenzin
Guatso è il XIV Dalai Lama riconosciuto dai buddisti tibetani e quando ho avuto
la fortuna di incontrarlo, personalmente e più volte, ne ho sempre tratto
l’impressione di una grande persona, simpatica, arguta, sempre sorridente ma
molto profonda nei suoi giudizi. Auguri che possa continuare a lungo nella sua
opera spirituale e di pacificazione in Asia e nel mondo.
A
RISENTIRCI A FINE MESE, BUONE
VACANZE A CHI LE FA E DOPPI AUGURI PER CHI E' COSTRETTO A RESTARE A CASA anche
perché una Coca all’Autogrill costa il 484% in più del prezzo in un
supermercato, una bottiglia d’acqua oltre 3 euro e un panino 8.50 euro, ma
tanto nessuno protesta…
MARCO ZACCHERA



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.


